M5s, la riduzione dell’orario di lavoro

 

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Ridurre l’orario di lavoro a parità di salario è possibile. E’ giusto. Ma è un obiettivo inviso alla politica passatista dei parlamentari di vecchio stampo. Ovvero, tutti. Compresa quella della Lega che, pur perdendo il termine “nord” è costituito da gente che vuole solo succedere ai vecchi. Insomma, dei vecchi che vogliono eliminare dei vecchi. Se Salvini voleva proporsi come novità, avrebbe dovuto semplicemente fare qualcosa di nuovo. Non aggregarsi all’urlatore Bossi.  Comunque, in realtà, il modello a cui punta il M5S, è quello della Germania. Recentemente il maggior sindacato dei metalmeccanici tedeschi, l’Ig Metall, è riuscito a strappare il famoso accordo delle 28 ore che permette di conciliare tempi di vita e lavoro.  Secondo i dati Ocse, un dipendente italiano lavora 1.730 ore all’anno. In Germania, invece, 1.363 ore. In pratica gli italiani lavorano 488 ore in più all’anno rispetto ai tedeschi e quasi 41 in più ogni mese. E’ ovvio che i datori di lavoro non possano pretendere, in quest’ottica, i guadagni da privilegiati che hanno percepito fino ad adesso. Bisogna che rispolverino il concetto di uguaglianza antropologica. Non si può essere così lontani, dirigenti e operai, come possibilità di accesso a una vita decente. E oggi, si è lontanissimi.