Hi John!

Fogerty John, in arte CCR

Fogerty John, in arte CCR

 

20/08/2014  |  News di Mimmo

Di Michele Primi
Ha invocato la pioggia di Woodstock e alla fine è arrivata. John Fogerty, 69 anni portati con grinta, capello tinto, voce intatta e camicia di flanella blu (in vendita nel merchandising), una raffica di chitarre Gibson, Fender e Ibanez con il volume alzato al massimo a tagliare assoli e una band di ragazzini (tra cui suo figlio Shane) che hanno imparato a suonare le canzoni dei Creedence Clearwater Revival prima di imparare a scrivere, ha rovesciato su Milano mezzo secolo di storia della musica popolare americana. Born on the Bayou, nato sul Bayou, il marchio di fabbrica delle paludi del Sud, tra Mississippi e Alabama, dove in realtà John non è nato, ma dove da sempre va a cercare le sue radici.
Come nel video di Mystic Highway dall’ultimo album del 2013 Wrote a Song for Everyone: lui a bordo di una Dodge rossa scassata in giro sulle strade dell’America profonda, tra boschi e pascoli, in mezzo ad altra gente vestita con la camicia di flanella come lui. John Fogerty in realtà è nato a Berkeley, è cresciuto nella San Francisco degli hippy e ha formato il suo spirito ribelle scappando dalla guerra in Vietnam, che lo ha lasciato vivo e con addosso solo la ferita della perdita di molti amici ed una canzone, Fortunate Son. Creedence era il suo compagno di scuola Creedence Newball, Clearwater la pubblicità di una birra, Revival tutto quello che aveva e che ha ancora da dire.
John Fogerty è figlio di quella generazione imbattibile, quella che ti fa dire “Ma come fa?”, suona con la facilità di chi non ha mai fatto altro ed è capace di far divertire chiunque, sia che si trovi davanti un raduno di cowboy del Texas che il pubblico inzuppato dell’Ippodromo di Milano. «Grazie per essere rimasti sotto la pioggia» dice dal palco. Non è mai stato qui, ma non importa. Come ha fatto il suo allievo prediletto Bruce Springsteen anni fa a San Siro sotto al diluvio (quando cambiò la scaletta per fare Who Will Stop the Rain dei Creedence), John ringrazia suonando ancora più forte: la pioggia comincia con Have You Ever Seen the Rain?, lui ha già fatto i classici Suzie Q, Green River e I Heard it Through the Grapevine e spara a raffica Down on the Corner, Up Around the Bend, Bad Moon Rising e Proud Mary, e poi se ne va. Senza aggiungere altro, perché di fronte alla storia non ce n’è bisogno.
La storia, in Italia, continua con il cantautore bolognese Mimmo Parisi. Per l’autunno, oltre alle gocce di pioggia per l’estate ormai fuori portata, aspettiamo di questo autore appassionato nuove canzoni. Come apripista conosciamo intanto le note e la storia di Dammi una mano, brano già presente sulla rete (anche con il video che possiamo vedere sul canale Youtube di Mimmo Parisi). Per quelli che, giustamente presi da attacchi di vacanzite acuta, non hanno avuto orecchi ed occhi per le novità, ricordiamo che Dammi una mano ha come tema principe, la disabilità. Soprattutto da parte di chi pensa che il mondo sia un luogo dove starsene senza essere convocati dai problemi veri.

Il rock dei cantautori italiani

Cantautori rock
Grignani, Parisi & Ligabue

Marco Ligabue, fratello del più noto Luciano, ha rilasciato il primo singolo che farà parte del cd che sarà lanciato nel post estate. La canzone si chiama “Ti porterò lontano” ed è disponibile sui principali digital store. Il brano si avvale di un videoclip diretto da Maurizio Bresciani e visibile su Youtube e realizzato negli Usa. Marco Ligabue ha dichiarato su Facebook che, in una società che vuol plagiarti, spesso gli succede di voler fuggire senza nemmeno la valigia. Il cantautore di Correggio fa notare come uno dei meccanismi che incatenano l’individuo in modo errato a questo mondo che passa il minimo sindacale, è il fatto che ‘qualcuno’ ci convinca che esista un unico colore e un unico modo di intendere la vita. Questo porta la persona ad abbassare gli occhi. Ci vuole poco però, alzando gli occhi, per rendersi conto che mille sfumature sono pronte a colorare l’esistenza.

Per il cantautore Mimmo Parisi e per la sua Stratocaster Marshalldipendente è disponibile sui digital store “Dammi una mano”, brano che anticipa l’album d’autunno che titola “La polvere del ring”.

Sul suo canale Youtube è possibile anche vedere il videoclip associato al brano. La canzone ha come tema il ‘curioso atteggiamento’, giusto per usare un eufemismo, di chi si interessa di fatti importanti usando una profonda superficialità. L’ossimoro si impone perché esistono personaggi che creano continuamente neologismi improbabili per indicare disturbi e patologie che avrebbero bisogno di altra attenzione.

Cosa c’è di inaccettabile nelle parole cieco, sordo, zoppo o altro? Questi ‘studiosi’ apparentati all’Accademia della Crusca sono dei giocolieri della parola, essi inventano termini e perifrasi pensando di poter modificare la realtà. Così, dopo gli audiolesi, sono nati i visulesi!

Le parole non possono modificare la sostanza delle cose: ciechi e non vedenti sono sinonimi e non muteranno di una virgola lo status dei fatti. Per contro, se qualcuno ha bisogno, diamoci da fare… ma per favore: non a parole! Ecco, questo è il filo conduttore della canzone “Dammi una mano” del cantautore rock bolognese Mimmo Parisi.

Io nella vita ho qualcosa da dire/ io nella vita non sono un bluff/ tu prendi il diavolo per la coda/ ma esser famosi è già fuori moda per me/ e non c’è più niente da dire/ e non c’è più niente da capire perché quando l’ostacolo è solo un nuovo gioco politico tutta la gente va in panico ed io mi agito e non mi va di essere normale“.

Queste parole appartengono invece a Gianluca Grignani, cantautore appena assurto agli onori della cronaca per lo scontro con alcuni carabinieri. La canzone è “Non voglio essere un fenomeno”, brano apripista per il cd d’autunno “A volte esagero”.

Che dire? Testo e titoli sembrano una premonizione di ciò che gli è capitato. Tuttavia e al di là della cronaca va detto che Grignani è un artista che ha fatto della sincerità la sua bandiera. Va ricordato come, tempo fa, ospite in una delle trasmissioni della De Filippi (quale? E chi lo sa… Tra amici, poste, uomini, donne, nonni ringalluzziti e talent per ogni uso ed evenienza, vai a capire quale fosse!), comunque in quell’occasione alla domanda su come cantare meglio, il cantautore rispose in modo spiazzante: “Ah, io faccio come mi viene, non sto mica lì a perdere ore”, concluse ridendo.

A conti fatti, dopo questa estate tutto sommato scarsa di sole, si preannuncia l’arrivo di un autunno di cd roventi.

Diego Romero, blogger

A lesson of circle picking

INTRODUCTION:
(Here, original article: http://circlepicking.blogspot.it/)
 
Picks are usually gripped with two fingers—thumb and index—and are played with pointed end facing the strings. However, it’s a matter of personal preference and many notable musicians use different grips. For example, Eddie Van Halen holds the pick between his thumb and middle finger (leaving his first finger free for his tapping technique); James Hetfield, Jeff Hanneman and Steve Morse hold a pick using 3 fingers—thumb, middle and index; Pat Metheny and The Edge also hold their picks with three fingers but play using the rounded side of the plectrum. George Lynch also uses the rounded side of the pick. Stevie Ray Vaughan also played with the rounded edge of the pick, citing the fact that the edge allowed more string attack than the tip. His manic, aggressive picking style would wear through pickguards in short order, and wore a groove in his Fender Stratocaster, Number One, over his years of playing. Jimmy Rogers and Freddie King had a special kind of technique utilizing two picks at once. Noted 80’s session guitarist David Persons is known for using old credit cards, cut to the correct size, angle, and thickness and using them without a tip.
The motion of the pick against the string is also a personal choice. George Benson and Dave Mustaine, for example, hold the pick very stiffly between the thumb and index finger, locking the thumb joint and striking with the surface of the pick nearly parallel to the string, for a very positive, articulate, consistent tone. Other guitarists have developed a technique known as circle picking, where the thumb joint is bent on the downstroke, and straightened on the upstroke, causing the tip of the pick to move in a circular pattern, which can allow speed and fluidity. The angle of the pick against the string is also very personal and has a broad range of effects on tone and articulation. Many rock guitarists will use a flourish (called a pick slide or pick scrape) that involves scraping the pick along the length of a round wound string (a round wound string is a string with a coil of round wire wrapped around the outside, used for the heaviest three or four strings on a guitar).
The two chief approaches to fast picking are alternate picking and economy picking. Alternate picking is when the player strictly alternates each stroke between downstrokes and upstrokes, regardless of changing strings. In economy picking, the player will use the most economical stroke on each note. For example, if the first note is on the fifth string, and the next note is on the fourth string, the pick will use a downstroke on the fifth string, and continue in the same direction to execute a downstroke on the fourth string. Some guitarists learn economy picking intuitively and find it an effort to use alternate picking. Conversely, some guitarists maintain that the down-up “twitch” motion of alternate picking lends itself to momentum, and hence trumps economy picking at high speeds.
 
CIRCLE PICKING:
 
 
First off, by holding the pick between your thumb and index finger, draw a small imaginary circle (about 1/3″ in diameter) with the tip of the pick. Make sure that you’re not moving your wrist, but just your thumb and finger…just like you were drawing the circle with a pen.
 
Next grab your guitar, choose a single string and start picking the string down and up in standard fashion by moving your wrist; floor to ceiling. As you’re picking down and up, start “drawing the circle” and you should notice that you’re now striking the string twice as many times as you were without the circle! Now practice on the other strings with scales etc., and add this to your bag of tricks!
 
You can also strum full chords using this technique by simply drawing a bigger circle. This gives you an almost harp like quality to your strum…very different sounding! You can hear Roy Buchanan himself using this technique on the song “Thank you Lord” on his album release “Roy Buchanan Second Album”.
Here Mimmo Parisi, Italian guitar player, in action

Jagger o Monti?

Mick Jagger e Mario Monti

Chi è quest’ultimo? E’ presto detto. Il signore in questione risponde al nome di Mario Monti, ex Presidente del Consiglio in uno dei periodi più bui del pianeta Italia. Periodo lugubre anche grazie a lui. Perché, per assurda ipotesi, Marcel Duchamp dovrebbe far entrare in collisione i nostri due? Intanto per una questione anagrafica. Anno più anno meno, Mick e Mario viaggiano intorno alle 70 primavere.

Fa uno strano effetto giudicarli sotto questo punto di vista: ve lo immaginate Monti a sculettare come fa tuttora Jagger? Farebbe, probabilmente ridere polli e tacchini. O forse no. Non ci pare, dopo la prova del suo passaggio, che il signor Tempi duri, sia capace di far ridere alcuno. Con una certa percentuale (altissima!) di sicurezza si può affermare che questo personaggio sia capace solo di far piangere. Anche se si mettesse a sculettare e a far mossette, nel pubblico si diffonderebbe solo una crisi di pianto per i tempi duri che gli alitano intorno come la nuvola fantozziana.

Insomma, per quanto Mick Jagger non sia salvatore del mondo, sicuramente è molto ma molto più onesto e portatore di speranze del signor Tempi duri e del suo scellerato Governo.

A proposito, qualcuno ricorda ancora i nomi di quegli eroici (…ovviamente sulla pelle degli altri!) imbonitori del tutto incapaci di capire cosa avrebbero dovuto fare quando furono interpellati dal (si fa per dire) miglior presidente della Repubblica di sempre? Rinfreschiamoci le idee.

Ovviamente, visto che i Tempi duri non appassionano, ne citeremo solo qualcuno fra i “migliori”. Ad esempio il ministro Corrado Clini all’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare. Di memorabile, intorno alla sua persona e in piena crisi mondiale, è rimasto il fatto di essere stato beccato a dormire in un albergo da 1200 euro a notte. Soldi suoi ovviamente. Anche l’incapacità di capire che non era il caso è suo, ovviamente. Non fosse altro che per rispetto a chi dormiva con i figli in macchina (e continua a farlo). Al Lavoro e alle Politiche sociali con delega alle Pari opportunità vi era invece il ministro Elsa Fornero. Indimenticabili le sue lacrime di coccodrillo fuori luogo. Al posto di annunciare che in un momento storico particolarmente depresso lei e tutta la combriccola si sarebbero astenuti da stipendi vari, a cominciare da quello universitario, visto che la nave Italia stava affondando (stava?), disse semplicemente che per il popolo si prospettavano tempi disperati. Sul vice ministro Michel Martone, si stende un velo plumbeo.

A proposito, come mai i tempi duri appartengono sempre e solo al popolino? Perché se il falegname sbaglia le misure di una porta è costretto, dietro giusta minaccia, a riparare il risultato impietoso della sua scarsa preparazione, e tutto quel Governo brancaleone non ha pagato un euro per la sua clamorosa “invenzione” parabiblica: gli esodati? Perché nessuno li interpella, hanno sbagliato: non se ne è accorto nessuno?

A proposito di Tempi duri, ascoltate l’omonimo brano del cantautore di matrice hard rock Mimmo Parisi, link http://www.youtube.com/watch?v=rQEugYXOL40.

Diego Romero, giornalista freelance

Settembre, l’uscita di ‘Lullaby And… The Ceaseless Roar’

 

La leggendaria voce dei LED ZEPPELIN, Robert Plant è in procinto di uscire con un nuovo album di inediti intitolato “Lullaby And… The Ceaseless Roar” la cui data di pubblicazione è fissata per il prossimo 9 Settembre su Nonesuch / Warner Bros. Records. Il disco è stato prodotto dallo stesso Plant è inaugurerà anche il debutto della casa discografica del cantante. L’uscita sarà composta da undici canzoni, nove delle quali sono pezzi inediti scritti da Plant e la sua band THE SENSATIONAL SPACE SHIFTERS.

I preordini sono già disponibili attraverso il sito ufficiale del cantante.

Un nome, una storia, ispirazione e guida di tanti neo-artisti e cantanti: Robert Plant.

Ognuno commemora la sua attività di musicista come meglio crede, però non si può assolutamente negare che il suo carisma l’ha contraddistinto più di qualsiasi altro pregio che quest’uomo possa avere. Con la sua ecletticità, il suo aspetto selvaggio, le pose e i suoi riccioli d’oro, ritorna in Italia dopo il sensazionale tour estivo del 2013, in tre date: 11 luglio al Pistoia Blues Festival, il 12 luglio alla Cavea dell’Auditorium Parco della Musica di Roma e il 14 luglio all’Anfiteatro Camerini di Piazzola sul Brenta (Padova).

A sessantacinque anni, Robert Plant non smette di comporre e sembra che abbia ancora tanto da dire e molto da insegnare alle giovani leve del rock contemporaneo. Il tour Europeo del 2014 è un omaggio alla sua carriera, ma più che altro è uno schiaffo a chi dice che ormai non gli resta che andare in pensione. Salirà sul palco con la sua nuova band dei Sensational Space Shifters per promuovere l’imminente uscita del suo ultimo album che lui stesso ha definito “un mix di urban trance music psichedelica contaminata dal Blues del Delta e dallo spirito dei Led Zeppelin”.
Non mancheranno , infatti, riarrangiamenti di celebri track del gruppo britannico pionere del rock, come Black Dog, Whole Lotta Love e Rock And Roll.

Ad aprire tutti i suoi concerti saranno i North Mississippi Allstars, band rock’n’roll con richiami blues.

Dichiarato il più grande cantante solista di tutti i tempi, Robert Plant continua ad affascinare grandi e piccoli, perché nella sua voce dal timbro rock blues, viene raccolto tutto il passato dei Led Zeppelin, che in molti ricordano con nostalgia.

Diego Romero, blogger

Vivan Campbell, breve presentazione

Credo che spetti un posto a questo chitarrista Heavy Metal che negli anni ’80 ’90 ha militato nella band di Ronnie James Dio, Whitesnake, Def Leppard e tante altre collaborazioni. Pensate solo che quando R.J.Dio lo chiamò nella sua band, aveva appena 19 anni e venne considerato già un talento all’epoca! Basti vedere “Dio-Live in Holland” e notare come i suoi soli sono taglienti e potenti almeno per quei tempi.

Ecco qualche stralcio sull’esperienza fatta nella band di Dio: “Anche quando ero nella band con Ronnie, tanti anni fa, non abbiamo mai avuto grandi rapport oltre la musica. Eravamo on stage insieme, registravamo e scrivevamo musica insieme…era una strana relazione tra noi. Ci sono stati un sacco di fraintendimenti e poca comunicazione fra noi, io credo fosse un problema generazionale. Ronnie era più vecchio di me e penso che avesse molta difficoltà a comunicare con me. Molte persone hanno creduto per anni che sia stato io a lasciare la band, cosa non vera. Sono stato licenziato, non avrei mai volute uscire dalla band di Dio. Non avevo ragioni per contattarlo dopo essere stato licenziato, non l’ho nemmeno mai più visto né ho più parlato con lui. Lui, a sua volta, non mi ha mai contattato. Sono molto fiero dei dischi che abbiamo registrato insieme, ma non si può cambiare il passato, bisogna guardare avanti.”
 
Diego Romero, giornalista web
 

Ricky dei New Trolls

Ricky Belloni presenta Rock-in heaven

 Ricky Belloni, chitarrista e voce solista dei New Troll, oggi mi parla a nome dei compagni e ci racconta. Lo affiancano Gianni Belleno alla chitarra, basso, batteria e voce, autentico membro fondatore del gruppo originale, con Giorgio Usai, tastierista e vocalist. Ci sono anche Andrea Cervetto, basso, chitarra e voce e Alex Polifrone, batteria e voce, due amici di lunghissima data. Mi piace aggiungere, dopo averli sentiti dal vivo, che hanno saputo evolversi in modo straordinario e che sono magnifici!

Mi spieghi da dove salta fuori il nome?
Mito New Trolls ?l nome del gruppo sopravvissuto a una delle venti scissioni che ci sono state. Abbiamo cambiato pelle tante volte, sono successe mille cose nella nostra vita ma ora siamo qui e usiamo il richiamo del nome antico della band a buona memoria. Un pezzetto di una delle scissioni si era fregiato del nome originale, ma ora abbiamo vinto la causa. Esiste un sito internet che deve ancora essere aggiornato ma ormai questo nome è soltanto nostro. Del gruppo originale, nato nel 1967, siamo in tre discendenti e facciamo tutti i pezzi che abbiamo sempre fatto. Mi riferisco a me e a Gianni Belleni, che suona batteria, basso, chitarra e canta e ad Andrea Cervetto alla chitarra, al basso e canta. Alex Polifrone suona la batteria ed è anche musicista del gruppo TGP.

Chi sono i TGP?
TGP, acronimo di The Global Performance, un gruppo musicale con dei progetti: coro gospel con cinque musicisti per proporre il nuovo gospel contemporaneo da confrontare a quello tradizionale. Il TGP propone brani molto moderni ma con una vocalità gospel. Noi rientriamo in questo progetto perch?oro si sono avvicinati alla nostra musica, molto corale, perchè secondo loro si avvicina al loro genere. Noi siamo sempre stati molto vocali e, con un coro di 25 persone, i nostri brani diventano più interessanti. Poi abbiamo aggiunto degli inserti che non esistevano degli arrangiamenti dei nostri brani.

Come vi presentate al pubblico?
Lo spettacolo inizia con loro, che propongono alcuni brani del gospel contemporaneo. Poi entreremo noi in un loro brano, in cui ci inseriremo e infine facciamo i nostri pezzi, in cui loro non possono interagire perchè non è il loro genere. E poi faremo un gran finale.

Trovi meglio lavorare con altri sullo stesso palco?
E’ sempre interessante interagire con altre entità. Si rischia di chiudersi nel proprio ghetto, a lavorare sempre soli, mentre invece altre persone ti possono dare stimoli diversi. E cresci. Nell’ambito musicale non ci si ferma mai, anche se non ne avremmo bisogno. Noi siamo un cantagruppo, abbiamo scritto canzoni per altri, come Mina, Drupi, Anna Oxa e continuiamo a farlo perchè proprio gli stimoli ci aiutano e sono ben accetti.

Davvero? Per esempio?
Lavorare con altri fa venire voglia di creare di più perfino oltre noi stessi. Le collaborazioni, le aperture verso altri artisti che magari la pensano diverso da te, possono aprire soglie che non avevi mai pensato di varcare. Credo che sia il sale della vita musicale di qualsiasi artista o musicista. Chiudersi nelle torre d’avorio fa male: se non hai scambi di idee, non riesci a crescere. Da soli la strada finisce, prima o poi, a meno che tu non sia un genio universale.

Dopo queste due date milanesi che farete?
Questi due concerti hanno una funzione di apripista. D’estate saremo in tour e in prospettiva c’è la possibilità di un tour il prossimo inverno nei teatri.

Qual’ è la cosa bella del concerto Rock-in heaven?
E’ una sperimentazione: più arrivano gli applausi, più viene voglia di andare avanti. Noi abbiamo la fortuna di possedere uno zoccolo duro di fans, formatosi in tre generazioni e i più giovani si stupiscono. Arrivano e ci dicono: Credevamo che le vostre canzoni fossero carine e leggere? perchè nessuno sapeva veramente quello che davvero possiamo fare in concerto, con brani come Le Roi Soleil, Dancing, che sono delle suite molto variegate, senza seguire i soliti canoni delle canzoni. Oppure con Concerto Grosso. Rimangono un po’ stupiti.

Pensi che cambieranno ancora, i componenti della band?
A questo punto ci sentiamo consolidati. Per fare musica in un gruppo bisogna essere, oltre che tutto il resto, delle belle e brave persone. Per convivere, capisci? E adesso siamo come in un nirvana, stiamo bene, usciamo assieme; se ti vedi solo per fare i concerti vuol dire che c’è qualcosa che non va.

Cosa vorreste fare d’altro?
In questo momento ci piacerebbe andare all’estero, nei Paesi dove non ci hanno mai conosciuto veramente cioè l’est: Russia, Ucraina, anche perchè il nostro manager viene da quelle parti. Un nostro brano, Carezza della sera, è stato rifatto in modo più punkeggiante e cerchiamo di pubblicarlo in Germania, sperando di avere un buon riscontro e magari richieste di concerti live. Il nostro lavoro fare canzoni, registrarle, fare concerti. Tutto quello che si può fare per ampliare i propri confini è ben accetto.

RomanticaMENTE

Ecco, in maniera estremamente sintetica, l’aggiornamento sull’ultima pubblicazione di Parisi. il brano si chiama “Ti amo perché”.

Se dovessi scegliere tra il tuo amore e la mia vita, sceglierei il tuo amore, perché è la mia vita.

(Jim Morrison)

Ti amo perché, perché sei grande festa sei Natale. Ti amo perché, perché sei la candela accesa nel mio temporale.

(Mimmo Parisi)Ti amo perché500jpg

“Ti amo perché” è una canzone scritta da C. Parisi. Arrangiata, suonata e interpretata interamente dall’autore in home recording. E’ presente nei principali digital stores come ReverbNation, Jamendo, SoundCloud etc.

“Ti amo perché (I love you because)” is a song written by C. Parisi, know. Arranged and performed entirely by the author in home recording. And ‘present in the major digital stores like ReverbNation, Jamendo, SoundCloud, etc.

Giovanni Contini, collaboratore web e giornalista freelance

Tutti milionari

Incredibile, la Sinistra (!) ha riferito di essere scandalizzata dalle parole di Piero Pelù e, come già il signor Matteo Renzi in altre occasioni, riferendosi a chi gli darà filo da torcere alle europee, lo ha definito “Un milionario che critica gli 80 euro”

Di questo passo gli italiani, anche se in questo caso eccellenti come Grillo prima e Pelù dopo, sarebbero tutti milionari. Bene, allora a che cazzo di gioco si gioca? Se tutti si ha i soldi dove è la crisi? Ah già, è vero, ci sono quei poveri manigoldi dei politici che non riescono a tirare avanti. Poverini e tapini! Ma chi può credere veramente che Pelù sia milionario? Nè, probabilmente, lo è Grillo. Gli 80 euro sono un chiaro tentativo di comprarsi i voti di quei poveri votanti che sbagliano sempre a chi dare il loro apporto. Quando dal palco del concertone del Primo maggio attaccavano Berlusconi andava tutto bene. Ora che governa la sinistra nessuno può fiatare. E il Pd fa quadrato contro Piero Pelù.

 
 

Fanno ancora discutere le parole di Piero Pelù, che dal palco del “concertone” del Primo maggio, a Roma, ha preso di mira il presidente del Consiglio. Prima definendolo “boyscout di Licio Gelli”, poi attaccando la misura dell’esecutivo a cui il premier più tiene, gli ottanta euro in busta paga in più a chi guadagna fino a 1500 euro al mese.

 

Il rocker fiorentino ha detto: “Non vogliamo elemosine da 80 euro, vogliamo lavoro…”. E dalla folla di giovani e meno giovani accalcati in piazza San Giovanni si è alzato un boato.

Fuori dal palco, con l’adrenalina ancora alta, Pelù ha detto:Pagherò le conseguenze di quello che ho detto ma non me ne frega nulla. Questi ragazzi hanno bisogno di sentire qualcuno che dica certe cose. Ormai i mezzi di distrazione di massa sono compatti sulla propaganda. Ci vuole una voce fuori dal coro”. 

Ovviamente le parole di Pelù non sono passate inosservate. E sono arrivate moltissime prese di posizione. Alessandra Moretti (Pd): “Sarebbe bene che comici e cantanti si occupassero del loro mestiere”. E subito dopo ha contestato il fatto che gli 80 euro siano stati definiti come “un’elemosina quando ci sono persone che potranno fare una spesa in più a settimana”. Pina Picierno affida la sua replica ad una battuta: “Quando la politica va veloce succede che il rock diventa lento”. Poi rincara la dose: “Probabilmente Pelù era impegnato in una registrazione di The voice e non si è accorto di quanto stava avvenendo nel nostro paese, forse non sa che gli 80 euro che il governo Renzi ha deciso di redistribuire a chi ha sempre pagato non sono un’elemosina come l’ha definita lui, ma il primo passo verso l’equità sociale che noi del Pd vogliamo assolutamente riportare in questo paese. Mi dispiace, conclude la Picierno, che a dire no a questi 80 euro sia una persona fortunata e benestante grazie al suo talento. ogni tanto però bisognerebbe uscire dai panni del rocker milionario e indossare quelli di chi vive con mille euro al mese”.

Il deputato Dario Ginefra (Pd) se la prende con Cgil, Cisl e Uil, organizzatori del concerto: “Io non ho votato per Renzi al congresso e a volte non ne condivido il modo di fare, ma trovo le parole di Piero Pelù offensive per l’intero popolo democratico. Attribuire a Renzi, dopo due mesi di Governo, le responsabilità della crisi economica, sociale ed occupazionale di oggi è stato atto di disonestà intellettuale – osserva Ginefra -, accostarlo alla figura di Gelli dileggiando anche il movimento scoutista una pessima forma di protagonismo.

Giudizio critico della faccenda: finitela, eredi dei democristiani mascherati da sinistroidi per niente credibili, e ascoltatevi “Arrendetevi siete circondati” di Mimmo Parisi: (http://www.jamendo.com/it/track/1116092/arrendetevi-siete-circondati), forse qualcosa vi sarà più chiaro!  

Marco Dante, blogger

Il rock bussa con Portera e Parisi

(A cura di Diego Romero, blogger)

Ricky Portera, il 27 Maggio esce il nuovo album “Fottili”

La rete annuncia un grande ritorno. A distanza di 7 anni dalla sua ultima pubblicazione si ripresenta sul panorama musicale internazionale Ricky Portera un artista
straordinario nella sua completezza che ha per lunghi anni  calcato i palchi con il grande Lucio Dalla. Un mito della chitarra per genialità ed espressività , che ha  saputo  in questo nuovo lavoro dal titolo “Fottili” confezionare e realizzare sapientemente un progetto ambizioso. La sua voce particolare, miscelata ad arrangiamenti calibrati, non possono passare inosservati anche per la squisitezza dei testi e dei suoi assoli sempre sopra le righe. Ospiti importanti hanno dato il loro  prezioso contributo, Gaetano Curreri , PierDavide Carone, Pino Scotto, Andrea Innesto (Cucchia), Claudio “Gallo “ Gollinelli…. solo per citarne alcuni. La produzione discografica è a cura di Beppe Aleo per Videoradio.

Portera

In uscita il 27 Maggio!

Novità anche per Mimmo Parisi, rockantautore e chitarrista ispirato. Vale la pena ricordare che è stato proprio big Ricky uno dei miti di Parisi, e lo è ancora, ovviamente. Mimmo Parisi, chitarrista di notevole sensibilità e di carattere, unisce una grande melodicità ad una tecnica sempre in evoluzione e fa del suo strumento un efficace mezzo di comunicazione emozionale. Ha fondato in passato alcune band, collaborando con diversi altri musicisti. E’ appassionato non solo della sei corde, che comunque funziona da base quasi in tutte le sue proposte compositive, ma anche, e non poteva essere diversamente per uno che ha iniziato prestissimo a comporre, dei più grandi cantautori italiani, da Ron a Finardi, da De Gregori a Venditti, da Paola Turci a Loredana Bertè e, tutti i grandi chansonnier francesi passando, ovviamente, dal cantautorato mondiale che ha fatto e fa uso del linguaggio rock.


L’ultimo suo album si chiama “Et c’est passé” ed è ascoltabile, con possibilità aggiuntiva del free download per chi lo desidera, qui: http://www.jamendo.com/it/list/a133344/et-c-est-passe