L’attacco del M5s non l’ha scalfita. Nemmeno un piccolo graffio le ha rovinato la giornata. L’auto difesa fatta dalla stessa Jessica Rabbit della (?)Politica di (?)sinistra, d’altronde, non ha lasciato spazio a nessuno. Il 18 del mese corrente, nel Parlamento, in mezzo al fior fiore dell’Italia che conta (…eccome se sanno contare) Maria Elena Boschi ha saputo buttare in faccia ai Cinque Stelle tutto il suo disprezzo con la Verità e i sacrifici che ha dovuto sopportare sin da pulzella. Quindi ha raccontato della sudata laurea sua, della sudata laurea del primo fratello, della sudata laurea del secondo fratello, della sudata laurea di suo padre, della sudata laurea di sua madre. Mancava che raccontasse anche dei titoli di studio dei cugini e parenti vari e poi avremmo avuto il quadro preciso della sua sacrificata famiglia.
Un nucleo famigliare, il suo, con un profilo mesto.
Chi non ha un padre che è titolare dell’azienda agricola “Il Palagio”; che è stato Funzionario della Federazione Coltivatori Diretti di Arezzo, Consigliere del Consorzio Agrario di Arezzo dal 1978 al 1986, Presidente della Confcooperative di Arezzo dal 2004 al 2010; poi, dal 30 giugno 2008, è divenuto membro del Consiglio della Camera di Commercio di Arezzo; infine, ma questo è un dato del tutto superfluo, dal 3 aprile 2011 è stato fra i componenti del Consiglio d’Amministrazione di Banca Etruria e, anche, vicepresidente?
La madre insegnante, i fratelli laureati e occupati. Beh, è inutile pure dirlo, non sono messi benissimo. La Boschi bene ha fatto a non farsi accusare di conflitto d’interesse: è ovvio che il padre e le azioni che lei stessa aveva comprato dalla banca Etruria sono roba da ridere, ci si sono trovati per caso in mezzo a quella storia. In una famiglia come la sua la banca Etruria c’entra niente, anzi, c’entra: dovrebbe risarcire anche loro.
Diciamolo forte: ridate ai Boschi il maltolto!
Non tutti possono essere fortunati come Onofrio. Altro che il destino infame della povera Maria Elena Boschi. Non conoscete Onofrio? Poco male, se ne può discutere. Dunque Onofrio è originario della Puglia. Ha avuto la grande fortuna di nascere in una famiglia patrizia della Magna Grecia (…oh Dio, non è che ci sia poi tanto da magnare da quelle parti). Suo padre – altro che quell’accattone presidente dell’Etruria, parente della Boschi – è un rinomato ciabattino. Ai figli non ha fatto mancare niente. La cultura prima di tutto. Aristide, il fratello più grande di Onofrio, ha infatti studiato senza fare una piega come alzarsi al mattino alle 4, tutte le mattine, per raggiungere i ‘caporali’ che lo portano a Metaponto e in altri ridenti paesaggi mattutini, pugliesi, lucani e calabresi. Qui, o lì, sotto il sole cocente, o nel freddo di gennaio si fa un sedere importante e poi torna sfinito a casa. Il sole ormai cadente. Il sedere sempre, ogni giorno che passa, più importante.
Poi c’è Maria. La sorella più piccola di Onofrio. Si chiama come la Madonna – non Veronica Ciccone – ed è carina come la Madonna. Anche quando (dopo la maturità e diventata ragioniera/segretaria d’azienda e ha ottenuto un posto strepitoso dal commercialista più in vista del paese) riscuote i suoi 300 euro di stipendio si palesa, verbalmente, la… e che Madonna!
Infine c’è Onofrio. È diventato infermiere. Infermiere professionale, altro che chiacchiere. Quello sì che è un titolo. Un titolo? Una laurea! Come quelle vere. Cavolo, vuoi mettere: lavare sederi e affini è un’attività che altro che stare a sbadigliare al Parlamento per quei miseri 20.000 euro mensili (badateci, i parlamentari non hanno ‘spesso’ una grande passione mentre sono su quegli scranni della Patria).
Sì, Onofrio, quando smette la sua giornata lavorativa ringrazia l’Ipasvi che, nel tempo, gli ha fatto aumentare le responsabilità e diminuire lo stipendio. Ringrazia il Governo e ha per la ministra Boschi la più sentita pietà. Quella poveraccia si è fatta, insieme a tutta la parentela, un sedere così e Onofrio invece si limita a detergerli i sederi. Vuoi mettere?