Edward Lodewijk, detto Eddie van Halen

 

Eddie_Van_Halen Edward Lodewijk, detto Eddie van Halen, nasce ad Amsterdam, il 26 gennaio del 1955. Chitarrista e compositore olandese, ormai statunitense d’adozione, è il leader dello storico gruppo rock omonimo, definito come uno dei più grandi di sempre. Al suo nome è accostata la tecnica chitarristica del “tapping”, di cui si dice sia stato l’inventore. In realtà, il bravo chitarrista l’ha perfezionata, facendola diventare una parte fondamentale del rock in genere e di tutti quegli assolo di chitarra che si dicono comunemente “rock”, “hard rock” ed “heavy metal”, dando al “numero”, per così dire, anche dei fondamenti armonici.

 

Nella famiglia van Halen la musica è qualcosa di più di un semplice hobby. Sin dai tempi di Nimega, città dei Paesi Bassi nella quale il piccolo Eddie vive fino all’età di sette anni, nella loro casa si sentono suonare diversi strumenti. Il padre, tra l’altro, che alleva praticamente da solo tutti i suoi figli, è un buon musicista jazz. Il futuro leader dei Van Halen comincia dal pianoforte, si accosta alla batteria ma è all’età di dodici anni incontra il suo grande amore: la chitarra. È il fratello maggiore Alex a fargliene dono. Questi, al momento di formare il primo gruppo, passa alla batteria, mentre il terzo figlio dei van Halen si dà da fare come tecnico.

Nel 1962 si trasferiscono negli Usa, a Pasadena. I futuri fratelli Van Halen apprendono a piene mani da gruppi come i Beatles e i Led Zeppelin. Tuttavia, di grande ispirazione per Eddie si rivelano i Cream di Eric Clapton e, soprattutto, il modo di suonare di un altro grande della chitarra, Jimmy Page. Si racconta che il chitarrista dei futuri Van Halen abbia “creato”, per così dire, il tapping, proprio durante lo studio di un brano di Page. Non riuscendo a farlo proprio, avrebbe cominciato a battere con entrambe le mani sulla tastiera della chitarra, ottenendo quella serie di intervalli ampi e febbrili, di cui si dice che il musicista olandese sia stato l’inventore. In verità, come già detto, esempi di tapping, benché in forma differente, si hanno già nel secolo XIX, come nel Capriccio n. 24 del grande Niccolò Paganini. Barney Kessel, jazzista straordinario, ne dà un saggio in alcune sue esibizioni dal vivo, datate anni ’60. Stessa cosa avrebbe fatto il chitarrista dei Genesis Steve Hackett, nel brano “Dancing With The Moonlit Knight”.

 Ad ogni modo, è solo intorno al 1975, dopo l’incontro con il bassista Michael Anthony e con il cantante David Lee Roth, che nasce un vero e proprio gruppo. Da principio, si chiama “Mammoth”, mentre sarebbe stato solo successivamente, in occasione del loro primo contratto, che si sarebbero dati il nome di “Van Halen”. A scoprirli, è il bassista dei Kiss, Gene Simmons. Questi li mette in contatto con la famosa casa Warner. Nel 1978 esce il loro primo album, ad oggi il più bello della storia della band. Si intitola semplicemente “Van Halen”, e contiene alcuni dei brani che hanno reso celebre il chitarrista Eddie, come “Eruption”, nel quale il tapping la fa da padrone.

 

Il successo è istantaneo. Lo stile innovativo, il talento di Eddie e la grande capacità da frontman di Roth, carismatico e vero animale da palcoscenico, si rivelano vincenti.

 

L’anno dopo pubblicano l’album “II”, il quale contiene il singolo di successo “Dance the night away”, mentre è del 1980 il loro album meno commerciale, ma molto sperimentale: “Women and children First”. Quest’ultimo lavoro contiene un altro singolo molto apprezzato, “And the cradle rock”.

 

Nel 1981 Eddie Van Halen sposa l’attrice Valerie Bertinelli, dalla quale ha un figlio nel 1991, che chiama, in onore del grande compositore austriaco Mozart, Wolfgang.

 

Nel 1983, a conferma del loro successo, i Van Halen si guadagnano una voce sul Guinness dei Primati per l’apparizione più pagata nella storia (almeno fino agli anni ’90). All’US Festival, il cachet dei Van Halen è di 1 milione di dollari. Quello stesso anno però il produttore della Warner ed Eddie litigano e decidono di separarsi. Il chitarrista e leader della band vuole più indipendenza nella composizione e dà vita, proprio per questo, ai “5150 Studios”, sede di tutti gli altri album dei Van Halen. La scelta si rivela azzeccata e nel 1984 esce l’album “1984”, l’unico in grado di avvicinarsi al successo del loro disco d’esordio. Qui, Eddie suona anche le tastiere e il loro singolo, “Jump”, in breve tempo balza in testa alle classifiche.

 

All’apice del successo però il cantante Dave “Diamond” Roth lascia la band, per dedicarsi alla propria carriera da solista. Nel 1985, la scelta del nuovo cantante ricade su Sammy Hagar, proveniente dai Montrose. Il nuovo sodalizio dura undici anni. Il loro primo album di questo periodo si chiama come gli studios appena nati: “5150”, datato 1986. È il disco più venduto dell’era Hagar ed è anche il primo album a raggiungere la prima posizione in classifica, almeno negli Usa.

 

Escono “Why Can’t This Be Love, OU812” nel 1988 e “When It’s Love”, ma è solo con “For Unlawful Carnal Knowledge”, nel 1991, che la band torna sulla cresta dell’onda. Questo disco, è l’unico che permette alla band di Eddie Van Halen di aggiudicarsi dei premi, come il “Grammy Award” per il migliore album Hard Rock dell’anno, oltre al riconoscimento di miglior video datogli dal canale MTV per il singolo “Right Now”. Di questo periodo è anche il loro unico disco live.

 

Nel 1996 arriva un nuovo cambio. Mentre la band registra la colonna sonora del film “Twister”, il cantante Sammy Hagar viene escluso dai lavori. Due anni dopo, viene scelto Gary Cherone, proveniente dagli Extreme. La scelta non si rivela vincente. L’album “Van Halen 3”, sperimentale, scontenta i fan, vendendo di meno dei precedenti. Di lì a poco il gruppo si scioglie, dopo un concerto tenuto alle Hawaii, anche a causa dei problemi di salute di Edward Van Halen.

 

Si capisce ben presto che senza un frontman di grande livello la strada per ritornare in vetta è piuttosto dura. Nel 1996 allora, il gruppo cerca di riavere il suo cantante storico, David Lee Roth, che ritorna in un loro lavoro con un suo contributo vocale, comparendo in due brani della raccolta “The Best of Van Halen, Vol. 1”. Ma i litigi riprendono e il gruppo non riesce a ricomporsi.

Passano diversi anni, fino a che non si riprova con Hagar, richiamato nel 2003 per l’album “The Best of Both Worlds”, una raccolta di successi con l’aggiunta di tre nuovi inediti con Hagar alla voce.

 

Sembra la strada giusta, e il tour 2004, con Hagar in prima linea, si rivela positivo, dando alle casse della band oltre 55 milioni di dollari. Tuttavia, è proprio in questi anni che Eddie comincia ad avere seri problemi con l’alcol, cosa che causa anche la definitiva uscita di scena di Hagar.

 

Nel 2006, il bassista Michael Anthony viene cacciato dal gruppo. Al suo posto arriva il figlio di Eddie, Wolfgang Van Halen. Inseriti nella Hall of Fame nel 2007, i Van Halen annunciano proprio in quell’anno che il loro leader si trova in un centro, per riabilitarsi dalla dipendenza dall’alcol. Quello stesso anno, il chitarrista e la moglie divorziano definitivamente.

 

Ad oggi i Van Halen sono una delle cinque band rock di sempre, ad aver composto più di un album registrato in studio che è riuscito a vendere oltre 10 milioni di copie negli Usa. Mentre Eddie Van Halen è considerato dalla rivista Rolling Stone alla posizione numero 70, in una classifica che comprende 100 tra i migliori chitarristi della storia. Inoltre, lo storico giornale ha dichiarato l’album d’esordio che porta lo stesso nome della band, tra i migliori 500 di sempre.