Anche l’autobiografia di Enrico Ruggeri “Sono stato più cattivo” è presente tra i libri da leggere quest’estate, all’interno del nostro bel contenitore di narrativa. E’ stato proposto da Franco Giannini, lettore storico del nostro Premio, come testo al quale assegnare i vostri voti. Buona lettura. La descrizione, invece, è tratta dall’ottimo lavoro svolto da un giornalista che già in passato si è interessato delle attività artistiche parallele dei cantautori. Quindi, da Rockol, la parola a Franco Zanetti.
Ha impressionato la precisione con cui Ruggeri rievoca fatti e vicende: una precisione minuziosa che forse diminuisce la piacevolezza della lettura. Avrei preferito, insomma, che il libro avesse una maggiore leggerezza e dedicasse più spazio all’aneddotica “leggera” che alle ricostruzioni dettagliate dell’accaduto.
Complessivamente, ho apprezzato il racconto degli anni che hanno preceduto l’inizio dell’attività professionale di Enrico: l’infanzia, l’adolescenza e la prima giovinezza sono rievocate con sentimento, il che secondo me fa di quelle pagine le più riuscite del libro.
Per il resto, il mio ricordo di certi fatti dei quali sono stato testimone, e a volte parte attiva, non sempre coincide esattamente con quello di Ruggeri – ma questo non significa che il suo non sia corretto: semmai può essere indice del fatto che la mia memoria è più fallace della sua, o che la mia conoscenza di alcuni avvenimenti è spesso di seconda mano.
Per l’affetto che provo per Enrico, mi sarebbe piaciuto scoprirlo, in questo libro, più sereno e più pacificato col passato. Mi pare invece di sentirlo ancora amareggiato (a ragione o a torto, questo non sta a me dirlo) e desideroso di rivendicazioni. Gli auguro, girata la boa dei sessant’anni, che ha compiuto il 5 giugno 2017, di riuscire a cominciare a guardare con un sorriso in più a quello che è stato, e con lieta aspettativa a quello che ancora sarà.