Il tempo è il fil rouge che cuce le parole del nuovo romanzo, Sembrava bellezza, di Teresa Ciabatti. Tempo che passa, che invecchia, che sforma, che cambia. Tempo che uccide, in alcuni casi, che regala più vita, in altri.
Il tempo impietoso che scivola tra le dita e non si fa trattenere. Quasi mai.
Il titolo del libro evoca subito “qualcosa di perduto”, come ha raccontato la scrittrice in un’intervista a cura di Ilaria Gaspari su 7 del Corriere della Sera.
Quel “sembrava” ci riporta indietro, sempre più indietro, alle radici della giovinezza – che non è uno stato di grazia, ma un’età crudele – fino all’istante in cui qualcosa di tragico è accaduto cambiando per sempre i destini dei personaggi.
In questo viaggio a ritroso scopriamo la storia di tre donne, una delle quali, quella che dice “io” in maniera spavalda, è la scrittrice protagonista, e tante altre ne incontriamo. Sono madri, figlie, sorelle, amiche.
Il secondo libro che presentiamo in questo fine gennaio, è Nemmeno il tempo di un abbraccio, di Mimmo Parisi. I protagonisti sono due sedicenni. Quando il 9 marzo del 2020 il presidente Conte annuncia il lockdown in Italia, essi sono lì, davanti alla tv. Come tutti.
E come tutti sperano che sia una situazione breve. E che non lasci dietro se disagi eccessivi. Non sarà così. Per loro inizia e termina, nell’arco della prima ondata del virus, un dramma personale. Nico e Stella appartengono a classi sociali diverse, è il Covid-19 che li costringe a conoscersi. Lui ha una patologia agli occhi e deve sopportare anche il dramma della perdita del lavoro del padre. Lei, in uno slancio di affetto definitivo, gli fa capire che il mondo è complesso e che – tuttavia – c’è sempre una soluzione, una speranza.