Diabolik e gli attori-acrobati

Diabolik in questi giorni è festeggiatissimo. Per i sessant’anni del personaggio creato dalle milanesissime sorelle Angela e Luciana Giussani, non ci si sta risparmiando. Infatti, giovedì sera, nonostante l’acquazzone, tutti col naso all’insù davanti alla Rinascente a Milano per vedere l’ultimo colpo di Diabolik ed Eva Kant che, interpretati da attori-acrobati, si sono calati lungo la facciata del grande magazzino per dare l’assalto al caveau.

Tra fumogeni, sirene ed effetti speciali hanno addormentato i poliziotti di Clerville (la città dove opera il re del terrore) per rubare l’albo uscito proprio in questa occasione, Colpo alla Rinascente. E poi sono spariti, svelando però le otto vetrine interamente dedicate ai novecento numeri del fumetto, usciti dal novembre 1962 a oggi.

Dopo sono arrivati Giacomo Gianniotti e Miriam Leone, protagonisti del secondo film firmato dai Manetti Bros. Diabolik – Ginko all’attacco! che uscirà il 17 novembre. Gianniotti, conosciuto per la serie tivù «Grey’s Anatomy» (interpretava il dottor DeLuca) prende il posto di Luca Marinelli nei panni di Diabolik, l’ex Miss Italia è invece confermatissima come Eva Kant.

All’ombra di Diabolik

Legato alle celebrazioni del cupo personaggio vi è anche il romanzo di Mimmo Parisi, All’ombra di Diabolik (PlanetEdizioni), pubblicato in estate. Il protagonista del racconto ha come modello il criminale di Clerville. Tuttavia durante la narrazione si emancipa dal cliché dell’uomo in tuta nera.

Prende una sua strada originale e, comunque, come il suo predecessore pubblicato per la prima volta l’1 novembre del 1962 – costava 150 lire – non manca di tenere col fiato sospeso gli sguardi dei lettori.

Ciabatti, la scrittrice presenta un nuovo libro

Teresa Ciabatti, Sembrava bellezza. Mimmo Parisi, Nemmeno il tempo di un abbraccio
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Il tempo è il fil rouge che cuce le parole del nuovo romanzo, Sembrava bellezza, di Teresa Ciabatti. Tempo che passa, che invecchia, che sforma, che cambia. Tempo che uccide, in alcuni casi, che regala più vita, in altri.
Il tempo impietoso che scivola tra le dita e non si fa trattenere. Quasi mai.

Il titolo del libro evoca subito “qualcosa di perduto”, come ha raccontato la scrittrice in un’intervista a cura di Ilaria Gaspari su 7 del Corriere della Sera.
Quel “sembrava” ci riporta indietro, sempre più indietro, alle radici della giovinezza – che non è uno stato di grazia, ma un’età crudele – fino all’istante in cui qualcosa di tragico è accaduto cambiando per sempre i destini dei personaggi.

In questo viaggio a ritroso scopriamo la storia di tre donne, una delle quali, quella che dice “io” in maniera spavalda, è la scrittrice protagonista, e tante altre ne incontriamo. Sono madri, figlie, sorelle, amiche.

Il secondo libro che presentiamo in questo fine gennaio, è Nemmeno il tempo di un abbraccio, di Mimmo Parisi. I protagonisti sono due sedicenni. Quando il 9 marzo del 2020 il presidente Conte annuncia il lockdown in Italia, essi sono lì, davanti alla tv. Come tutti.

E come tutti sperano che sia una situazione breve. E che non lasci dietro se disagi eccessivi. Non sarà così. Per loro inizia e termina, nell’arco della prima ondata del virus, un dramma personale. Nico e Stella appartengono a classi sociali diverse, è il Covid-19 che li costringe a conoscersi. Lui ha una patologia agli occhi e deve sopportare anche il dramma della perdita del lavoro del padre. Lei, in uno slancio di affetto definitivo, gli fa capire che il mondo è complesso e che – tuttavia – c’è sempre una soluzione, una speranza.

La stella di Geq, il romanzo

È da qualche giorno disponibile per gli appassionati di storie emozionanti, “La stella di Geq”(LFA Publisher, pag. 202). Il libro pubblicato il 16 maggio 2019 porta la firma del romanziere e cantautore Mimmo Parisi. Per chi inizia a programmare lunghe soste sotto gli ombrelloni dell’estate 2019, è l’occasione propizia per mettere in cantiere, fra i titoli da mettere nel trolley, anche questo libro.

La stella di Geq, di Mimmo Parisi

Nelle righe che scorrono veloci sulle pagine – la scrittura tersa e lucida dell’autore non cede a stilemi modaioli – i fan dello scrittore, bolognese di adozione ma originario di Ceglie Messapica (Br), troveranno spianato un plot narrativo di spessore. La figura del personaggio chiave è affidata a un protagonista dotato di nome singolare, Geq.

La lotta del protagonista

In estrema sintesi, il libro propone la storia di un individuo che usa tutto il suo valore per liberarsi da un fato svogliato e penalizzante. D’altronde, la presenza di un protagonista simile, è la cifra stilistica che da sempre – pur a volte nascosto fra le pieghe del raccontato – contraddistingue questo autore, del quale si ricordano pubblicazioni come Racconti di periferia; Sono tornati i Braccialetti rossi; Il figlio del drago; Ti voglio bene come nei film; etc.

“La stella di Geq” mette in campo una strenua lotta contro la società e la stessa natura. Quest’ultimo tema è inteso nel senso della ‘natura matrigna’ di leopardiana memoria. Come si ricorderà, essa per Giacomo Leopardi era sentita in decisa contrapposizione: uomo e natura meccanicistica non avevano niente da raccontarsi. Il protagonista del libro è affetto da disabilità: non può accusare nessuno di questo suo stato. Eppure riesce a trovare una soluzione vincente. Anche se, purtroppo, nell’epilogo della narrazione è costretto a rientrare nei ranghi di un destino sciagurato.