Diabolik e gli attori-acrobati

Diabolik in questi giorni è festeggiatissimo. Per i sessant’anni del personaggio creato dalle milanesissime sorelle Angela e Luciana Giussani, non ci si sta risparmiando. Infatti, giovedì sera, nonostante l’acquazzone, tutti col naso all’insù davanti alla Rinascente a Milano per vedere l’ultimo colpo di Diabolik ed Eva Kant che, interpretati da attori-acrobati, si sono calati lungo la facciata del grande magazzino per dare l’assalto al caveau.

Tra fumogeni, sirene ed effetti speciali hanno addormentato i poliziotti di Clerville (la città dove opera il re del terrore) per rubare l’albo uscito proprio in questa occasione, Colpo alla Rinascente. E poi sono spariti, svelando però le otto vetrine interamente dedicate ai novecento numeri del fumetto, usciti dal novembre 1962 a oggi.

Dopo sono arrivati Giacomo Gianniotti e Miriam Leone, protagonisti del secondo film firmato dai Manetti Bros. Diabolik – Ginko all’attacco! che uscirà il 17 novembre. Gianniotti, conosciuto per la serie tivù «Grey’s Anatomy» (interpretava il dottor DeLuca) prende il posto di Luca Marinelli nei panni di Diabolik, l’ex Miss Italia è invece confermatissima come Eva Kant.

All’ombra di Diabolik

Legato alle celebrazioni del cupo personaggio vi è anche il romanzo di Mimmo Parisi, All’ombra di Diabolik (PlanetEdizioni), pubblicato in estate. Il protagonista del racconto ha come modello il criminale di Clerville. Tuttavia durante la narrazione si emancipa dal cliché dell’uomo in tuta nera.

Prende una sua strada originale e, comunque, come il suo predecessore pubblicato per la prima volta l’1 novembre del 1962 – costava 150 lire – non manca di tenere col fiato sospeso gli sguardi dei lettori.

Libri. Nuova etichetta, LINEA-R

 

 

A breve, entro il 31 dicembre, debutterà sugli scaffali delle librerie e negli store online, LINEA-R.

Si tratta di un comparto della casa editrice PlanetEdizioni. La direzione editoriale sarà affidata a Giorgio Fanti, già editor e scrittore. LINEA-R pubblicherà autrici e autori contemporanei che trattano e usano come quinte dei loro romanzi il mondo pop – inteso in senso lato: musica, arte, teatro, etc. – e il rimando alla realtà.

PlanetEdizioni intende colmare tramite questa iniziativa, un posto rimasto per troppo tempo vacante nella scacchiera editoriale. Il modo di scrivere di molti scrittori che vedono convogliare le loro opere in un contenitore generalista, sarà così distribuito in un circuito che non mancherà di attirare la passione di molti lettori che prediligono il mondo pop e quanto succede all’interno di esso.

In un mondo che ha fatto della frenesia e della fretta degli idoli, questa iniziativa non mancherà di aiutare nell’immediato la scelta del lettore che, spesso, è confuso proprio dall’urgenza di passare al compito che lo aspetta dopo il passaggio in libreria. Senza dimenticare che l’editoria ha delle responsabilità: si è dispensatori di pensieri e punti di vista che vanno ben ponderati.

Thriller e gialli 2022


Sono davvero tanti: per orientarsi in una scelta così ampia e vasta, abbiamo raccolto in questa selezione alcuni dei titoli che sono usciti quest’anno. Parliamo di storie mozzafiato, ricche di suspense e di tensione; trame capaci di coinvolgere grazie alla presenza di numerosi colpi di scena e di personaggi indimenticabili.

Una lista

A seguire troverete un elenco che potrete usare come guida per scegliere le vostre prossime letture. Sono compresi molti thriller italiani e internazionali. All’interno di questo ricco paesaggio si fanno notare i thriller storici, thriller psicologicithriller d’azione. Ma anche  qualche libro noir e qualche giallo dalle tinte particolarmente oscure.

Il genere thriller infatti presenta diversi sottogeneri, ognuno con delle caratteristiche peculiari. Questa tipologia punta su ingredienti come l’adrenalina e il terrore, riescono a mantenere sempre alta l’attenzione dei lettori e delle lettrici.

Gialli e ritmo

Sappiamo che i titoli qui raccolti sono molti, ma in fondo la qualità principale dei libri thriller più belli è proprio la loro estrema scorrevolezza e il loro ritmo incalzante: insomma, una volta iniziato un buon thriller, è davvero difficile non arrivare alla fine.

Comunque – uno su tutti –  per iniziare puntiamo l’attenzione su All’ombra di Diabolik. Gli altri titoli li svilupperemo in altre due puntate. Il libro di Mimmo Parisi è il secondo dedicato al personaggio di Angela Giussani. Il primo di Cappi è stato pubblicato con largo anticipo l’anno scorso.

Va detto che questo autore che proviene dalla scrittura young adult, ha organizzato il plot della sua narrazione avendo come faro la figura di Diabolik, certo, ma creando comunque da subito una distanza dal modello.

Ombre Noire

Insomma il protagonista delle avventure del suo poliziesco è Ombre Noire: cupo come il criminale di Clerville ma proiettato nel terzo millennio. Altri personaggi sono Bastien, un chimico che gli diventa amico, Carole Black, la quale vede in Ombre Noire il ragazzo della sua vita Durand, un ispettore deciso a catturare il protagonista.

Un premio per il sud

Premio per il Mezzogiorno

Una manifestazione che cerca di mettere in luce l’altra faccia del sud.

«Anche i riconoscimenti di questa 42ª edizione del Premio Dorso, intendono dare sempre più visibilità all’altra faccia del sud. Quella efficiente, auspicata da Guido Dorso, quella classe che fa profitti, che promuove iniziative vincenti, che vuole indicare quei percorsi operosi nel mondo dell’imprenditoria, della ricerca, dell’innovazione, non un Sud delle lamentazioni ma protagonista del suo sviluppo», ha spiegato Nicola Squitieri.

Destinatari quest’anno per le varie sezioni della 42ª edizione sono: Giancarlo Coraggio, presidente della Corte Costituzionale (istituzioni); Marino Niola, docente nell’università Suor Orsola Benincasa di Napoli (cultura); Pietro Aleardo Siciliano, Istituto di Microelettronica e Microsistemi del Cnr di Lecce (ricerca); Elda Morlicchio, già rettore dell’università L’Orientale di Napoli (università).

Seguono, Alberto Quadrio Curzio, professore emerito di economia politica dell’università Cattolica (economia); Vito Grassi, vice presidente di Confindustria (imprenditoria); Gloria Giorgianni, amministratore unico casa di produzione Anele (editoria multimediale); suor Cecilia Messina – Centro polifunzionale “Cardinale Corrado Ursi” di Napoli (terzo settore).

La sezione ordinaria è stata assegnata alla dottoressa Gerarda Fattoruso, università del Sannio, per il progetto “Processi decisionali per il miglioramento delle attività industriali nel Mezzogiorno”.

‘Tutto bene’, libro

NEMMENOtuttobene

Dire “Tutto bene”, in tempo di pandemia, è un autentico atto di eroismo. E quest’ultimo corrisponde esattamente al comportamento dei ragazzi che, da quando l’evento inatteso del coronavirus ha invaso il mondo conosciuto, tengono duro. Pertanto, ecco due testi che prevedono come target di lettori, i teenager. Quindi, Tutto bene (Rizzoli, pag. 216) un recente libro pubblicato da Nicolas Paoluzzi. Oltre a questo romanzo si presenta oggi anche Nemmeno il tempo di un abbraccio (PlanetEditore, pag. 142), libro scritto da Mimmo Parisi e che è strettamente  contiguo al fatto epocale che riempie da un anno la nostra vita.

Trama di Tutto bene

Lana ha diciassette anni e vive in un piccolo paese della provincia abruzzese affacciato su una vallata. Le sue giornate scorrono tranquille: le amiche, il liceo classico, una famiglia che non le fa mancare niente, l’attesa di un amore che possa davvero scaldarle l’anima. Una vita normale, apparentemente perfetta. Già, apparentemente.

Ma cosa succede quando la superficie di questa perfezione viene graffiata, scalfita, spezzata? Quando improvvisamente i tuoi punti fermi vacillano, e le figure più importanti rivelano tutta la loro fragilità e il loro bisogno di essere protette? Quando proprio le persone che pensavi di conoscere meglio – l’amica del cuore, un fidanzato che sembrava il principe azzurro – sono quelle che ti spiazzano, ti deludono, ti abbandonano, ti fanno più male? Tutto bene è un libro sincero, intenso, coraggioso, e parla proprio di questo: di quanto la ricerca della perfezione sia nient’altro che un’illusione da abbandonare subito, prima che possa lasciarci senza fiato; di quanto le parole che non diciamo finiscano per consumarci dentro; di quanto cambiare e crescere spaventi eppure sia necessario per costruirsi da zero.

Nemmeno il tempo di un abbraccio

Nico e Stella appartengono a classi sociali diverse. Il Covid-19 li costringe a conoscersi. Lui ha una patologia agli occhi e deve sopportare anche il dramma della perdita del lavoro del padre. Lei, in uno slancio di affetto definitivo, gli fa capire che il mondo è complesso e che – tuttavia – c’è sempre una soluzione, una speranza. Questo in estrema sintesi il filo narrativo che non mancherà di appassionare i lettori.

Tuttavia, fra le pagine di una storia immaginata come realtà drammaticamente vissuta all’indomani dell’avviso dell’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte – era il 9 marzo 2020 quando il suo avviso arrivò agli italiani che guardavano increduli la tv, o erano indaffarati ancora nel traffico – vi è il tentativo da parte del romanziere di esaminare una società che difficilmente si fa scalfire anche da situazioni estreme.

La sarta di Parigi, splendido libro di Georgia Kaufmann

La sarta di Parigi

Avevo quindici anni quando avevo conosciuto Thomas, sedici quando ci eravamo innamorati. Diciotto quando avevo lasciato Laurin e il professore a San Gallo. All’epoca non lo sapevo, ma ero una bellezza naturale; fresca, vibrante e selvaggia come il profumo che Charles aveva creato per me. Ora, nuda davanti allo specchio, a trentacinque anni, le rughe iniziavano a danzare intorno agli occhi e alla bocca e la mia pelle aveva perso un po’ della sua luminosità. La ragazza che Thomas aveva conosciuto non esisteva più.

Georgia Kaufmann, La sarta di Parigi, p. 245

Letture per il 2021

Uscito nelle librerie e negli store ‘Nemmeno il tempo di un abbraccio’, versione cartacea

La data di uscita è il 15 dicembre. Il libro è dello scrittore bolognese Mimmo Parisi, Nemmeno il tempo di un abbraccio (PlanetEdizioni pag. 140).

Si tratta dell’attesa versione cartacea di un romanzo già pubblicato in ebook. Il nome del libro nasce mentre in tv passano i camion militari che, a Bergamo, trasportano verso la loro ultima destinazione le vittime della pandemia. Sembra un secolo fa, ma era solo il 18 marzo 2020.

La colonna di mezzi militari apparve al romanziere Mimmo Parisi una sorta di teatro di guerra. Come tutti gli italiani, dovette subire l’emozione di un evento inatteso. E, per quel che possa valere in un frangente del genere, ingiusto. Da lì l’omaggio a quei signori che, senza… Nemmeno il tempo di un abbraccio da parte dei parenti, degli amici, uscivano di scena.

Questa prova letteraria è per l’autore l’occasione per cimentarsi in un genere che ama particolarmente. Si tratta di uno stile che da qualche anno è in voga nel mondo dei teenager, la letteratura Young Adult. Essa  nasce per un pubblico giovane ma è sostanzialmente trans generazionale.

Infatti non manca di appassionare anche gli over 40, i quali non si perdono un’uscita in libreria della loro narrazione epica preferita. Nel caso di Nemmeno il tempo di un abbraccio, la trama – ovviamente ambientata al tempo del coronavirus – narra della pandemia vissuta da due sedicenni.

Nico e Stella si conoscono a Bologna, dai balconi. La crisi economica che si somma a quella sanitaria, rende di difficile gestione la loro esistenza. La loro è una storia che lascerà nel lettore un senso di smarrimento, ma anche di coraggio. Anche nelle situazioni più critiche – pare che dicano i protagonisti – non bisogna mai disperare.

Il romanzo è reperibile da Feltrinelli, su Amazon, da Mondadori e in tutte le librerie.

Gregorio Astolfo

Scuola e aiuti via internet agli studenti

La Biblioteca di Tortona apre di sera per aiutare gli studenti per gli esami di maturità e non chiude d’estate

Per gli studenti studiare al tempo del coronavirus è un problema. Il tema ha messo in moto un gruppo di scrittori. Insomma, questo standby forzato deve essere colmato in maniera fruttuosa, si sono detti i romanzieri.

Basta connettersi a Lezioni sul sofà (Bernard Friot, Silvia Bonanni, Andrea Valente etc.) e si può accedere a un’iniziativa veramente centrata. Di là dal facile ottimismo per il tele lavoro – ricordiamo che nemmeno un terzo degli impiegati ha la possibilità di accedere a questa ‘manna’… – il tele studio è invece possibile.

Anzi e per chiudere il discorso di lavoro a distanza, un ciabattino e un salumiere hanno riscontrato l’enorme difficoltà a mettere in moto rispettivamente martello e chiodini, e affettare un etto di cotto con il… computer di casa! Comunque, dopo la boutade legata allo smart-working impossibile per alcune categorie, autori come Mimmo Parisi – Racconti di periferia (2016), Sono tornati i braccialetti rossi (2017), In nome del rock italiano (2017), Il figlio del drago (2018) –  hanno espresso estremo entusiasmo per la possibilità di dare ai ragazzi un’occasione di arricchimento culturale anche a scuole chiuse.

Il romanziere ha precisato che la terminologia ‘tele studio’ va intesa in senso non penalizzante; infatti le lezioni on line tenute dagli scrittori prevedono un approccio ludico e interessante: Mimmo Parisi ha citato un programma che permetta ai ragazzi di avere i loro scrittori preferiti sempre a disposizione, e di accedere a materiali interessanti e interattivi: video, letture ad alta voce, perfino disegni da colorare. Si auspica che questa iniziativa sperimentale così interessante e creativa, continui a crescere anche una volta finita l’emergenza.

Il successo dei Maneskin è sbarcato in Europa

Maneskin: date e info biglietti del tour europeo 2019
@Kikapress

Il grande successo dei Maneskin è già sbarcato in Europa con un tour che tocca alcune delle città più importanti

Dopo il successo del tour italiano, cominciato a Senigallia lo scorso 10 novembre, i Maneskin hanno deciso di portare la loro musica anche all’estero, raccogliendo consensi internazionali per la loro recente fatica discografica, “Il ballo della vita”. L’album, uscito il 28 ottobre 2018, si è già portato a casa ben due dischi di Platino FIMI.

Il ballo della vita tour in Europa: le date

I fan residenti in Europa che volessero assaporare la musica dei Maneskin dal vivo possono partecipare alle date de Il ballo della vita Tour. Iniziato il 6 febbraio a Barcellona, il tour prosegue verso Svizzera, Francia, Germania, Belgio e Inghilterra per accontentare tutti i fan fuori porta.

Ceglie Messapica, Conte, Casalino e Parisi

La visita del presidente Conte a Ceglie Messapica

Ceglie Messapica. È nota la massima che vorrebbe lo Stivale e i suoi italici abitanti, legati a una rappresentazione verbale stilizzata e precisa che fa così: “Italia, popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori e trasmigratori”.

Di là dalla possibilità di appurare con certosina sicurezza se la descrizione li rappresenti in maniera realistica, non si può sfuggire al fatto lampante che, perlomeno buona parte di questi eredi degli antichi romani – ma anche etruschi, longobardi, francesi e spagnoli immigrati nella terra del tricolore in altri secoli, compresi i nordici normanni che trovarono riparo in Trinacria – potrebbero ambire senza eccessivo dubbio a fregiarsi di quelle debordanti parole.

In questa occasione, non potendoci occupare in un articolo di tutti i notabili italici che meriterebbero una citazione e collegandoci alla recente visita del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, fatta a una cittadina della Puglia, Ceglie Messapica (Brindisi), si tracceranno le più recenti attività di alcuni pugliesi eccellenti che, per passione o per destino, vanno a rimpolpare la pur pretenziosa, definizione citata all’inizio.

Il primo, non poteva essere altrimenti, è il prof Giuseppe Conte. Giuseppe Conte, va da se, è un politico, giurista e accademico italiano. Dal 1º giugno 2018 è stato nominato Presidente del Consiglio dei ministri della Repubblica Italiana. Durante la visita a Geglie Messapica – realizzata il 7 settembre 2018 – alle diverse domande sul governo, a domande come queste, “Che giornali segue?”, ha risposto con chiarezza e sagacia, “Nessuno, sennò non potrei governare il paese”.

A seguire e continuando il percorso in terra cegliese, ecco qualche nota intorno a Rocco Casalino. Autore e auspice della sortita del presidente Conte nella cittadina ammantata, nelle proprie campagne, di trulli, Casalino nasce in terra tedesca da genitori cegliesi. Le architetture del paese dei suoi, comunque, le visiterà a 15 anni. Gli eventi che lo distinguono in maniera inequivocabile sono, va da se, la partecipazione al Grande Fratello e, attualmente, la carica di portavoce governativo.

Il terzo pugliese – nato a Geglie Messapica ma bolognese di adozione – è Mimmo Parisi. Già cantante, autore e chitarrista della storica band cegliese dei Bolero, ha indirizzato le sue prerogative artistiche verso il cantautorato – è sua la canzone, “Non sono mica Dylan Dog”, virtuale colonna sonora lanciata per il trentennale dell’omonimo personaggio di Sclavi –; e verso l’attività di romanziere. È notizia di questo inizio settembre 2018, la realizzazione della seconda edizione del suo popolare libro, “Sono tornati i Braccialetti rossi”.

Premio Joyce 2018, nell’attesa

Premio Joyce 2018, pronti i titoli delle opere
Come già segnalato qualche mese fa, il concorso letterario Premio Joyce 2018, il 28 luglio 2018 decreterà il libro vincente. Sin da subito si ringraziano le testate on line che non hanno fatto mancare il loro entusiasmo e hanno sostenuto con prontezza l’invito del comitato culturale del Premio Joyce 2018. Vale la pena ricordare i testi che hanno, almeno fino ad adesso, hanno riscosso maggior gradimento fra i lettori della rete – quest’ultimi ci hanno inviato, tra l’altro, messaggi di particolare fervore per la possibilità di lettura che il Premio offre a chiunque ami la letteratura e la cultura –, comunque, si diceva dei libri in pole position. Eccoli:

Il purgatorio dell’angelo, di Maurizio de Giovanni
È maggio, e la città si risveglia per avviarsi verso la stagione piú bella. Eppure il male non si concede pause. Su una lingua di tufo che si allunga nel mare di Posillipo viene trovato il cadavere di un anziano prete. Qualcuno lo ha barbaramente ucciso. È inspiegabile, perché padre Angelo, la vittima, era amato da tutti.

Divorare il cielo, di Paolo Giordano
A dieci anni da La solitudine dei numeri primi, Paolo Giordano torna a raccontare la giovinezza, poi l’azzardo di diventare adulti, in un romanzo potente e generoso.

Ogni respiro, di Nicholas Sparks
Tru Walls non è mai stato in North Carolina. Lui è nato e cresciuto in Africa, dove fa la guida nei safari. Si ritrova a Sunset Beach dopo aver ricevuto una lettera da un uomo che sostiene di essere suo padre, e spera finalmente di sciogliere il mistero che ha sempre circondato la sua vita. E quella della madre, perduta insieme ai suoi ricordi nell’incendio che l’ha portata via tanti anni fa.

Il figlio del drago, di Mimmo Parisi
Passo del Lupo è un paesino socialmente avanzato. Tutti i cittadini, all’insegna della vera democrazia, partecipano alle cariche direttive. Paradossalmente, la sicurezza economica e sociale non riesce a rendere felici gli abitanti. Un giorno nella piccola stazione scende un individuo. Prima dell’arrivo di Vlad Tepes non c’erano morti ammazzati. Il maresciallo del posto pensa che siano vittime di un vampiro.

La ragazza con la Leica, di Helena Janeczek
Il 1° agosto 1937 una sfilata piena di bandiere rosse attraversa Parigi. È il corteo funebre per Gerda Taro, la prima fotografa caduta su un campo di battaglia. Proprio quel giorno avrebbe compiuto ventisette anni. Robert Capa, in prima fila, è distrutto: erano stati felici insieme, lui le aveva insegnato a usare la Leica e poi erano partiti tutti e due per la Guerra di Spagna.

Premio Joyce e Ravenna promuovono la lettura

Galla Placidia Premio Joyce 2018
Il Premio Joyce 2018 segnala con grande piacere un evento che renderà felici i lettori di tutte le età. Il luogo è Ravenna, una città all’ombra della storia dell’Arte. Qui si rinnova come ormai da nove anni consecutivi la lettura presso gli stabilimenti balneari aderenti al programma Nati per Leggere. La rassegna “Un bagno di libri – Nati per Leggere in spiaggia” è promossa dall’Istituzione Biblioteca Classense del Comune di Ravenna e propone letture ad alta voce per genitori con bambine e bambini da 0 a 6 anni.

 

Oggi, lunedì 2 luglio il primo primo appuntamento è al Bagno Federico di Punta Marina alle 17. Seguiranno, a partire dal 3 luglio, letture al Bagno Adria, Nariz, Sottomarino, Ventaglio, Paradiso e Kamala. Doppio è invece l’appuntamento del martedì con il Bagno Nariz a Punta Marina e il bagno Adria a Casalborsetti, il giovedì l’appuntamento triplica e si leggerà nei bagni Paradiso, Ventaglio e Kamala. In alcuni degli stabilimenti, come lo scorso anno sarà possibile, per bambine e bambini, prendere a prestito i libri da leggere sotto l’ombrellone con mamma e papà.

 

Avvicinare alla lettura i non lettori, con particolare riferimento alle famiglie in cui si registra un basso livello di consumi culturali, i bambini sin dalla prima infanzia e, ancor prima, dalla gravidanza, allargare la base dei lettori abituali e consolidare le abitudini di lettura, soprattutto nei bambini e ragazzi sono tra gli obiettivi primari della Biblioteca Classense nelle azioni di promozione della lettura. A Marina di Ravenna sarà inoltre aperta per tutto il periodo estivo la Biblioteca Ada Ottolenghi dove trovare molti altri libri per piccoli e grandi lettori.

 

Nella scorsa edizione sono stati coinvolti 370 genitori e 582 bambini mentre i lettori volontari hanno letto oltre 400 libri, per un totale di 42 appuntamenti. Come nelle precedenti edizioni saranno protagonisti le volontarie e i volontari lettori di Nati per Leggere. Essi rappresentano una risorsa importante per la città e un rinforzo positivo nei confronti della promozione della lettura. Sostengono infatti i bibliotecari e i pediatri nell’opera di sensibilizzazione delle famiglie sull’importanza della lettura ad alta voce, rendendosi disponibili a fare dono del proprio tempo e della propria voce ai bambini e alle bambine all’interno delle stanze di attesa degli ambulatori, negli ospedali, ma anche durante incontri in biblioteca, nelle scuole dell’infanzia e negli asili nido.

 

Gli stabilimenti balneari contribuiscono al programma Nati per Leggere Ravenna con una donazione in libri che va ad alimentare lo scaffale dedicato ai lettori volontari disponibile presso la biblioteca ragazzi di Casa Vignuzzi.

‘Il macellaio e la rosa’, nuovo episodio per Dylan Dog

Dylan Dog: l’anteprima di 'Il macellaio e la rosa'

Da qualche giorno è arrivato in edicola e in fumetteria Il macellaio e la rosa, il numero 382 di Dylan Dog, scritto da Pasquale Ruju per i disegni di Fabrizio des Dorides, con copertina di Gigi Cavenago. Di seguito trovate la sinossi e un’anteprima del brossurato targato Sergio Bonelli Editore.

Leggendo l’ultimo bestseller di Emily Ray, Bloch si rende conto che la vicenda narrata riprende la storia realmente accaduta di Daddy Slasher, un efferato serial killer attivo anni prima e mai catturato. E quando alla porta di Craven Road numero 7 si presenta la scrittrice del romanzo, spetta all’Indagatore dell’Incubo svelare come sia possibile che nel racconto si trovino dettagli mai resi pubblici, dei quali la stessa Ray era all’oscuro. Vale la pena ricordare che, per il celeberrimo Dylan Dog, è stata pubblicata una canzone che ne celebra l’attitudine: “Non sono mica Dylan Dog”, del cantautore Mimmo Parisi. A seguire il testo.

Non sono mica Dylan Dog (C.Parisi)

Contro il mostro della fame sono qua
Contro i diavoli da guerra sono qua
Contro chi ti ruba i sogni e dice torna a casa e non alzare tanto la testa

Tu chiama son qua
Non sono mica Dylan Dog
Se vuoi mi trovi qua

Se c’hai bisogno scrivi al blog
Tu chiama se ti va
Che poi i mostri veri

Non fanno l’ombra sopra i muri
Nemmeno sono cupi come lupi
La risposta è nel vento dice Bob

Ma i vampiri non la sentono dal club
La giustizia ha chiuso e vende salsa e patatine fritte tutto quanto a buon prezzo
Con più Spongebob

Non sono mica Dylan Dog
Di certo non sto lì
Non ho la casa a Craven Road

Ma non ci manca qui
Il lupo dei bottoni
Che muove sempre quelle mani

E tratta tutti come
Burattini!
Non sono mica Dylan Dog

Se vuoi mi trovi qua
Se c’hai bisogno scrivi al blog
Tu chiama se ti va

Che poi i mostri veri
Non fanno l’ombra sopra i muri
Nemmeno sono cupi come lupi.

‘Il figlio deldrago’ di Parisi

Il figlio del drago

 

Il figlio del drago

by Mimmo Parisi
pubblicato da Editrice GDS

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0,99 €

Formati disponibili

  • Ebook Kobo 0,99 €

Passo del Lupo è un paesino socialmente avanzato. Tutti i cittadini, all’insegna della vera democrazia, partecipano alle cariche direttive. Paradossalmente, la sicurezza economica e sociale, non riesce a rendere felici gli abitanti. Un giorno nella piccola stazione scende un individuo. Prima dell’arrivo di Vlad Tepes non c’erano morti ammazzati. Il maresciallo del posto pensa che siano vittime di un vampiro. Quando Vlad è stanato, fugge in volo: lui non sapeva nemmeno di esserne capace. Così, come gli abitanti del piccolo ma emancipato centro non sospettavano di essere, a dispetto del loro modernismo, ancora mentalmente medievali. E credono ai vampiri.

“Il figlio del drago” di Mimmo Parisi, libro

Pubblicato Il figlio del drago, di Mimmo Parisi

Pubblicato il nuovo entusiasmante libro di un cantautore e romanziere non allineato, Mimmo Parisi.

Passo del Lupo è un paesino socialmente avanzato. Tutti i cittadini, all’insegna della vera democrazia, partecipano alle cariche direttive. Paradossalmente, la sicurezza economica e sociale, non riesce a rendere felici gli abitanti. Un giorno nella piccola stazione scende un individuo. Seguendo il libro si viene a conoscenza che, prima dell’arrivo di Vlad Tepe,s non c’erano morti ammazzati. Il maresciallo del posto pensa che siano vittime di un vampiro.
Quando Vlad è stanato, fugge in volo: lui non sapeva nemmeno di esserne capace. Così, come gli abitanti del piccolo ma emancipato centro non sospettavano di essere, a dispetto del loro modernismo, ancora mentalmente medievali. E di credere nei vampiri. “Il figlio del Drago”, metafora di una società moderna(?). La visione di Mimmo Parisi nel suo ultimo libro.

Mimmo Parisi è un cantautore e musicista italiano. Ha debuttato sulla scena musicale come chitarrista, compositore e singer nelle classiche band liceali, esordendo poi come solista nel 2013. Ha all’attivo alcuni album digitali. Il primo si intitola “Quando non 6 Totti o Ligabue. ll secondo, “Et c’est passè”. Il terzo parla di gente che non si arrende “I tipi duri non scendono dal treno”. Parisi riserva particolare attenzione ai suoi testi, i quali, a volte sono intimisti e riflessivi, a volte decisamente diretti e legati a uno stile originale di Combat Rock. La parte prettamente musicale, colorata dalla sua grintosa chitarra, attinge a stilemi in bilico tra il pop e l’hard rock.

Si conclude l’edizione 2017 del Premio letterario “NotaD’Autore”

Premio letterario ‘NotaD’Autore’, i vincitori dell’edizione 2017

Si conclude l’edizione 2017 del Premio letterario “NotaD’Autore”. Il contest, grazie all’entusiasmo dei suoi organizzatori, si è presto affermato. È diventato un apprezzabile concorso letterario che, in Italia, permette una iniziativa di raccolta e selezione di musicisti/scrittori. Un luogo letterario che consente agli autori anche emergenti di avvalersi di una vetrina agevolata e, nel panorama italiano, di ritagliarsi una personale chance per arrivare al grande pubblico. L’edizione di quest’anno ha visto principalmente tre sezioni: Narrativa/autobiografie, Romanzo, Rap letterario. Il contest ha ricevuto diverse opere. Grazie ai lettori dallo staff di Cinepoprock che, nella sede abituale, ha oggi ospitato la giuria.

I vincitori

1) “Born to Run”, l’autobiografia, a cui Bruce Springsteen ha dedicato gli ultimi sette anni della sua vita e dove ritroviamo tutta la sincerità, l’ironia e l’originalità a cui ci ha abituati.
2) “Sono stato più cattivo”, Enrico Ruggeri si racconta iniziando a ricordare quando, un diciottenne italiano, in pellegrinaggio con gli amici nella capitale della musica, sta ballando un lento con una ragazza.
3) “Jack è uscito dal gruppo”, quello di Alessio Bernabei è un sogno con più percorsi: dalla Banda di Tarquinia ai Dearjack, dall’uscita dal gruppo al sole della California: alti e bassi, successi e musica.
4) “In nome del rock italiano”, il cantautore Mimmo Parisi e il blogger Diego Romero hanno segnalato nel libro, tra romanzo e antologia, il contributo che gli artisti italiani hanno, con la loro sensibilità, dato al rock.
5) “Dietrologia”, Fabri Fibra con il suo scritto, presentazione del giornalista Marco Travaglio del Fatto Quotidiano, crea spazio anche per una relativamente nuova categoria legata al rap letterario.

T. Rex, libro sul fondatore Bolan

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Libro presente al concorso letterario:
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Paul Roland
BOLAN BOOGIE
La vita e la musica di Marc Bolan e dei T. Rex
NON HO MAI AVUTO RIVALI, A ECCEZIONE DI MARC BOLAN. HO LOTTATO COME UN PAZZO PER RIUSCIRE A BATTERLO – David Bowie
Marc Bolan è stato la rockstar più celebre nell’Inghilterra post-Beatlesiana, tanto che nel 1972 gli stessi Beatles hanno apertamente riconosciuto a lui e alla sua band, i T. Rex, il ruolo di propri eredi naturali. Ma mentre tutto volgeva al meglio e Bolan era all’apice della popolarità, le cose hanno iniziato a prendere una brutta piega…
Grazie a un esaustivo lavoro di ricerca affiancato da una nutrita serie di interviste inedite ad amici e familiari di Marc Bolan, così come a membri della band, roadie, colleghi musicisti e altri personaggi che ne hanno seguito da vicino la carriera, Paul Roland narra la vita e la musica del vero progenitore del glam, il 20th Century Boy che ha saputo creare alcune delle più entusiasmanti e memorabili canzoni degli anni ’70 – Ride A White Swan, Hot Love, Get It On, Telegram Sam, Children of the Revolution e Solid Gold Easy Action, per citarne solo alcune.
In queste pagine troverete l’incredibile storia della vertiginosa ascesa al successo di Marc Bolan e il suo repentino calo di popolarità, sino al rientro sulle scene che avrebbe dovuto riportarlo ai vecchi fasti di un tempo, tragicamente interrotto dal terribile incidente d’auto in cui ha perso la vita. Un incidente che era stato previsto da Bolan stesso in maniera tanto misteriosa quanto dettagliata.

Grazie ad Adele Arcieri per aver proposto questo libro, scritto in maniera elegante e pur funzionale a rivelare la profondità di un re del rock. La scrittura di Paul Roland, del resto, è sempre all’altezza di qualunque tema.

Premio Letterario ‘NotaD’Autore2017’

Premio Letterario ‘NotaD’Autore2017’


Regolamento Premio Letterario ‘NotaD’Autore2017’
Premio Letterario ‘NotaD’Autore2017’

II edizione on line – anno 2017
Per opere edite 

NORME DI CONCORSO

Il gruppo Lettori del terzo Millennio, presidente Armando Paci, con la collaborazione di tutte le testate culturali che abbiano all’interno delle loro pubblicazioni, un particolare interesse per la ‘musica scritta’, ovvero libri redatti da chi, ufficialmente, opera nel campo della musica, organizzano un Concorso Letterario per opere edite.
Il concorso è denominato Premio Letterario ‘NotaD’Autore2017’ e si articola nelle seguenti sezioni:

• Narrativa
• Poesia
• Premio Speciale della Giuria

Il Premio è dotato:

Di 50 libri cartacei da suddividersi fra i lettori che presenteranno la miglior recensione di Narrativa;
Di 30 libri cartacei da suddividersi fra i lettori che presenteranno la miglior recensione di Poesia;
Di 20 libri cartacei da suddividersi fra i lettori indicati dai giornalisti del Premio Speciale della Giuria.

NORME GENERALI

1. La partecipazione è aperta a tutti i narratori e scrittori che, a qualsiasi titolo, operano nel campo della musica, quindi cantautori, strumentisti etc.

2. I libri saranno proposti dal Comitato organizzatore il concorso on line. I lettori possono suggerire dei testi che, se giudicati rispondenti alle attese della Redazione del Premio Letterario ‘NotaD’Autore2017’, saranno sicuramente accolti. A questo proposito, i proponenti dovranno indicare, in un foglio separato ed allegato alla spedizione dei volumi, le proprie generalità (nome, cognome, indirizzo, contatto telefonico e email).

3. I volumi di narrativa e di poesia che si vogliono proporre in quanto giudicati adatti al concorso, devono essere spediti, in numero di 2 copie, direttamente alla segreteria del premio entro e non oltre il 30 settembre 2017 (farà fede la data del timbro postale).

4. È consentito proporre anche opere di marca teatrale, purché gli autori siano dei musicisti.

5. Il giudizio della Giuria è inappellabile.

6. La partecipazione al concorso comporta la piena accettazione del presente regolamento. L’inosservanza di una qualsiasi delle norme costituisce motivo di esclusione.

7. Le opere concorrenti non verranno restituite.

8. La data e il luogo di premiazione verranno tempestivamente comunicate on line.

9. La Giuria non è tenuta a rendere pubblici i titoli delle opere escluse dalla premiazione finale.

10. Saranno premiati, se sarà il caso, oltre i vincitori, due finalisti delle sezioni Poesia e Narrativa.

11. Per l’assegnazione del Premio non è necessario che l’autore finalista sia presente alla cerimonia di premiazione, poiché il target del concorso è quello di avvicinare il lettore alla produzione letteraria dei musicisti. Ovviamente, la presenza dell’autore che vorrà presenziare, sarà graditissima.

12. L’opera che ottiene il maggior numero di voti dai lettori on line, è vincitrice del Premio Letterario ‘NotaD’Autore2017’, II edizione on line. Comunque, saranno citate anche almeno altre 3 opere che seguono il libro vincitore.

13. Per quanto non previsto dal presente bando valgono le deliberazioni della Giuria.

NORME PARTICOLARI

Premio Speciale della Giuria

Il Premio è un riconoscimento che la Giuria si riserva di attribuire a un autore o a un’opera di vario genere letterario. Anche fuori concorso. Non è previsto per questa sezione l’invio di volumi né da parte degli autori né da parte delle case editrici, né da parte dei lettori.

Il Presidente del Premio Letterario ‘NotaD’Autore2017’

Armando Paci

Giuria
Franca Da Milano

Gianluigi Scalfaro

Franco Balducci

Amilcare Stanzani

Emilio Dettore

Tullio De Stefani

Bice Armandini

I chiarimenti e le eventuali informazioni sul presente bando vanno richiesti a:

Segreteria organizzativa
E-mail: [email protected]

Stratos parla del Premio Notad’Autore2016

Due dei libri partecipanti

Al Premio ‘NotaD’Autore’ sono stati letti, dalla conduttrice Antonella Stratos, gli incipit relativi a ciascuna delle opere più votate dal popolo di internet. Al momento sono undici testi. I libri prescelti dalla giuria on line, (98 le preferenze complessivamente pervenute) ricevono un voto valido per la designazione dei finalisti all’edizione 2016 del Premio ‘NotaD’Autore’. Inoltre quest’anno, tra tutte le recensioni arrivate per i romanzi partecipanti, c’è stata una menzione speciale per il Concorso che, primo in Italia, ha voluto scegliere la letteratura prodotta dai cantautori. Un modo, questo, per analizzare quanto della letteratura classica passi nelle canzoni, e viceversa.

 

Novità per il cantautore Parisi

Periferia“Racconti di periferia” per Mimmo Parisi, cantautore emiliano. L’autore ha presentato in libreria il 31 maggio 2016 la sua prima fatica letteraria ispirata dalla società che vive in ‘periferia’. Ogni tanto, sembra suggerire l’autore, serve prendersi una vacanza dalla disciplina che più sovente è praticata, nella fattispecie la musica cantautorale. Quindi, ecco Parisi che butta giù qualche riga che non sia in musica, ma i risultati sono altrettanto validi. Al posto dei canonici 3 – 4 minuti che una canzone permette, l’autore, qui, spazia e regala al lettore il suo particolare sguardo sulla vita e sulla gente. La ‘periferia’ citata poc’anzi vuole essere, secondo il progetto del cantautore bolognese, rappresentativa di quella parte della società che naviga nella quotidianità, nella normalità. Quindi, ‘periferia’ se accostata alla ‘centralità’ delle vite più illuminate e patinate di chi, a ragione o a torto, è stato dal destino portato a essere sotto i riflettori della pagina scritta, o, dei discorsi fatti. Parisi, in quest’opera prima, presenta nella loro tematica ordinaria, e proprio per questo, una capacità di scrittura che ha una forza notevole.
“Racconti di periferia” ospita una serie di racconti, precisamente 22. Il cantante emiliano decide di parlare di storie che sembrano appartenere a tutti. Ma, pur se apparentemente di facile architettura, nella parte sotterranea delle parole viaggiano le emozioni che trasformano la partitura immaginifica di questi racconti, in agglomerati di significati folgoranti e misteriosi. Come ogni canzone che Mimmo Parisi ha inciso parla di lui e di chi l’ascolta, anche qui, in ambito narrativo, non si fa molta fatica a riconoscere noi stessi nelle sue storie. La magia del quotidiano e della ‘periferia’ della vita, della società, è fatta, ovviamente da gente come quella che il cantautore racconta: da gente che si incontra da qualsiasi parte e che costituisce il tessuto di una particolare epoca.

Parisi, c’è letteratura dopo la musica

Articolo di giorgiaconti

Mimmo Parisi, cantautore hard rock e guitar player, ha annunciato di essere alle prese con la stesura del suo primo libro. Il titolo dell’opera è “Racconti di periferia” ed è costituito da diverse storie eterogenee. “Racconti di periferia” è, quindi, una raccolta alla quale, il cantautore, sta lavorando da alcuni mesi, e che vedono il suo impegno proiettato in territori narrativi inconsueti. Quella di Mimmo Parisi scrittore, è a tutti gli effetti, un esordio letterario. L’autore ha dichiarato: “Mi sono messo a scrivere racconti e mi sono preso una vacanza dalle canzoni, perché quest’ultime, va da se, non hanno lo spazio semantico necessario per realizzare a tutto tondo un tema”. Il volume, che uscirà a breve, ha come leitmotiv la quotidianità nella quale i personaggi esprimono le loro emozioni, i loro sogni, le loro aspettative. Per questo suo primo libro, “Racconti di periferia”, Parisi ha scelto la forma del racconto perché, come osservava l’americano Edgar Allan Poe, è la forma che più si adatta a una scrittura che possa essere fruita mentre si viaggia o mentre si aspetta. Con l’augurio di vedere viaggiatrici e viaggiatori incuriositi dalle storie del libro, si rinvia questa nota informativa, ai prossimi aggiornamenti.
Del cantautore emiliano si ricordano qui, le ultime pubblicazioni discografiche. Il 20 ottobre 2015 ha rilasciato l’album “I tipi duri non scendono dal treno”, pubblicato con Videoradio, Edizioni musicali impegnate con grandi nomi della chitarra come, Ricky Portera (Stadio), Andrea Braido (Vasco Rossi), Alberto Radius (Formula Tre), etc. Il 13 dicembre 2015, invece, Parisi ha pubblicato il singolo “Génération Bataclan”, dedicato, va da se, all’eccidio parigino di un mese prima.

Prince, un’occasione per ripensare internet

 

Da quando abbiamo cominciato a usare i social media come delle estensioni di noi stessi (più o meno da sempre) abbiamo anche rivisto il rapporto con l’elaborazione del lutto. In questo sono fondamentali le integrazioni, gli apparati che possiamo usare per far capire al nostro piccolo network cosa significava per noi una tale persona. Insomma, la dimensione collettiva e catartica del lutto celebrata attraverso immagini, foto, disegni, video su YouTube, canzoni su YouTube, qualcosa su YouTube (YouTube è centrale perché ha un flusso di ricerca tale per cui il servizio video di Google è semplicemente il secondo motore di ricerca del mondo dopo – ehm – Google).

Quando è morto David Bowie questa dimensione ha assunto dimensioni evidenti e oggettive. Tutte le nostre timeline (dove per tutte intendo i profili social di quelle poche paia di migliaia di persone interessate alle cose musicali e, più in largo, alle cose culturali) sono state letteralmente invase da David Bowie. Per giorni, quasi per settimane. Sembrava non si ascoltasse, vedesse, fruisse altro che David Bowie. Ed era una celebrazione bellissima: spontanea, addirittura sincera in questi tempi di ostentato cinismo e sopracciglio alzato. Certo, gli algoritmi sono fatti per farci vedere contenuti simili a quelli che postiamo ed è come se avessimo creato un Bowieverso, ma il fenomeno è stato talmente pervasivo da aver occupato davvero per giorni il dibattito (e di solito le “grandi ondate” di opinione durano qualche ora, massimo un giorno).

Quando è iniziata a circolare la notizia della morte di Prince, nella sera del giovedì, abbiamo sperimentato un modo inedito di affrontare la “morte di uno famoso”. Prince, infatti, da luglio 2015 ha rimosso tutto il suo materiale dai servizi di streaming. Niente Spotify; niente Deezer; niente YouTube (solo Tidal, per essere precisi). In questi tempi di ascolto distratto e zapping culturale, l’“artista paranoico per eccellenza” ha deciso – con una mossa degna di Steve Jobs – di avere il controllo assoluto in un mondo in cui sembra tu non possa controllare niente. Un gesto che ha privato milioni di persone che mai si sognerebbero di pagare per la musica di ascoltare, soprappensiero, una versione decente di Purple Rain su Vevo. Un gesto con cui Prince ha anche deciso come essere celebrato. Noi non possiamo postare canzoni di Prince sui social (se non versioni live, video catturati chissà come, versioni cover, video modificati con il pitch, e così via) e questo ha, per certi versi, azzoppato la viralità canonica del lutto. C’è, ma non si vede. Tante parole, tante immagini (come la bellissima copertina del New Yorker che stiamo condividendo tutti), ma poca musica.

È un processo interessante, forse non voluto (anche se da un artista totale come Prince possiamo aspettarci di tutto), con cui la mancanza di canzoni online influisce direttamente sull’elaborazione del lutto. Come se la dimensione collettiva che ritroviamo con fastidiosa frequenza in questo 2016 si svolgesse “in assenza” del protagonista. Controllando la musica, Prince, ha cercato di controllarne il consumo, la fruizione e l’esperienza che ne fanno i fan. Come se la “morte” fosse semplicemente una cosa come un’altra, un impiccio da non sacralizzare per tornare a occuparsi di altro di molto più importante.

Anche i Boschi piangono

 

L’attacco del M5s non l’ha scalfita. Nemmeno un piccolo graffio le ha rovinato la giornata. L’auto difesa fatta dalla stessa Jessica Rabbit della (?)Politica di (?)sinistra, d’altronde, non ha lasciato spazio a nessuno. Il 18 del mese corrente, nel Parlamento, in mezzo al fior fiore dell’Italia che conta (…eccome se sanno contare) Maria Elena Boschi ha saputo buttare in faccia ai Cinque Stelle tutto il suo disprezzo con la Verità e i sacrifici che ha dovuto sopportare sin da pulzella. Quindi ha raccontato della sudata laurea sua, della sudata laurea del primo fratello, della sudata laurea del secondo fratello, della sudata laurea di suo padre, della sudata laurea di sua madre. Mancava che raccontasse anche dei titoli di studio dei cugini e parenti vari e poi avremmo avuto il quadro preciso della sua sacrificata famiglia.
Un nucleo famigliare, il suo, con un profilo mesto.

Chi non ha un padre che è titolare dell’azienda agricola “Il Palagio”; che è stato Funzionario della Federazione Coltivatori Diretti di Arezzo, Consigliere del Consorzio Agrario di Arezzo dal 1978 al 1986, Presidente della Confcooperative di Arezzo dal 2004 al 2010; poi, dal 30 giugno 2008, è divenuto membro del Consiglio della Camera di Commercio di Arezzo; infine, ma questo è un dato del tutto superfluo, dal 3 aprile 2011 è stato fra i componenti del Consiglio d’Amministrazione di Banca Etruria e, anche, vicepresidente?
La madre insegnante, i fratelli laureati e occupati. Beh, è inutile pure dirlo, non sono messi benissimo. La Boschi bene ha fatto a non farsi accusare di conflitto d’interesse: è ovvio che il padre e le azioni che lei stessa aveva comprato dalla banca Etruria sono roba da ridere, ci si sono trovati per caso in mezzo a quella storia. In una famiglia come la sua la banca Etruria c’entra niente, anzi, c’entra: dovrebbe risarcire anche loro.
Diciamolo forte: ridate ai Boschi il maltolto!

Non tutti possono essere fortunati come Onofrio. Altro che il destino infame della povera Maria Elena Boschi. Non conoscete Onofrio? Poco male, se ne può discutere. Dunque Onofrio è originario della Puglia. Ha avuto la grande fortuna di nascere in una famiglia patrizia della Magna Grecia (…oh Dio, non è che ci sia poi tanto da magnare da quelle parti). Suo padre – altro che quell’accattone presidente dell’Etruria, parente della Boschi – è un rinomato ciabattino. Ai figli non ha fatto mancare niente. La cultura prima di tutto. Aristide, il fratello più grande di Onofrio, ha infatti studiato senza fare una piega come alzarsi al mattino alle 4, tutte le mattine, per raggiungere i ‘caporali’ che lo portano a Metaponto e in altri ridenti paesaggi mattutini, pugliesi, lucani e calabresi. Qui, o lì, sotto il sole cocente, o nel freddo di gennaio si fa un sedere importante e poi torna sfinito a casa. Il sole ormai cadente. Il sedere sempre, ogni giorno che passa, più importante.
Poi c’è Maria. La sorella più piccola di Onofrio. Si chiama come la Madonna – non Veronica Ciccone – ed è carina come la Madonna. Anche quando (dopo la maturità e diventata ragioniera/segretaria d’azienda e ha ottenuto un posto strepitoso dal commercialista più in vista del paese) riscuote i suoi 300 euro di stipendio si palesa, verbalmente, la… e che Madonna!
Infine c’è Onofrio. È diventato infermiere. Infermiere professionale, altro che chiacchiere. Quello sì che è un titolo. Un titolo? Una laurea! Come quelle vere. Cavolo, vuoi mettere: lavare sederi e affini è un’attività che altro che stare a sbadigliare al Parlamento per quei miseri 20.000 euro mensili (badateci, i parlamentari non hanno ‘spesso’ una grande passione mentre sono su quegli scranni della Patria).
Sì, Onofrio, quando smette la sua giornata lavorativa ringrazia l’Ipasvi che, nel tempo, gli ha fatto aumentare le responsabilità e diminuire lo stipendio. Ringrazia il Governo e ha per la ministra Boschi la più sentita pietà. Quella poveraccia si è fatta, insieme a tutta la parentela, un sedere così e Onofrio invece si limita a detergerli i sederi. Vuoi mettere?

 

Génération Bataclan, il 13 dicembre nel web

 

La recente vittoria relativa della destra francese ha riacceso gli animi. Alcuni mass media parlano di reazione Bataclan intendendo, ovviamente, questo risultato come un effetto proveniente dai recenti attentati terroristici. Fra tutti quello al Teatro Bataclan. Altri, più prosaici e distaccati o realisti, pensano che già da tempo aleggiava nell’aria il tentativo di dar potere alla Marine Le Pen e che i voti raccolti da quest’ultima ne sono semplicemente la prova che le cose stiano così. Qualunque sia la versione più attendibile, rimangono sul pavimento di quella sera terribile, i lamenti dei ragazzi della Génération Bataclan, come è stata definita.

Ci si può interessare in diversi modi di questo fatto, e degli atti terroristici in genere. Alcuni, come il cantautore emiliano Mimmo Parisi, lo fanno mettendo nero su bianco le loro emozioni. Il songwriter ha recentemente presentato “I tipi duri non scendono dal treno”, un album di 11 brani per le Edizioni Videoradio (Portera, Braido, Vercon etc.). Non era, ovviamente e immediatamente a ridosso dell’album, previsto un singolo con un tema storico, perché di questo si tratta, di Storia. Nessuno il giorno prima dei fatti tragici di Parigi poteva immaginare quello che è accaduto. Certo, anche in Europa, dopo l’11 settembre americano, ci sono stati attacchi terroristici. Ma in quei casi si trattava di eventi che seguivano una certa logica del terrore. Chi poteva sospettare che un ordinario concerto potesse essere preso di mira  dall’Isis?

Ecco quello che Mimmo Parisi ha detto in proposito al brano che farà uscire tra pochi giorni: “Va da se, intanto, che la data, lo capisce chiunque, ha un valore preciso. Pubblicare “Génération Bataclan” il 13dicembre è, da parte mia, un sentito omaggio a chi, e a qualsiasi titolo, ha subito il dramma di quella sera. Che si fosse allo stadio o in un bistrot a trascorrere il weekend o a un concerto, proprio da quest’ultimi prende nome il singolo, “Génération Bataclan”, la sostanza e l’offesa ricevuta dal destino non cambiano. Non potevo stare zitto. Così, ho semplicemente scritto dei versi e li ho musicati. Il risultato è “Génération Bataclan”. Penso che ognuno, come può, debba tenere viva l’attenzione su fatti di questa portata”.

Parole, musica e arrangiamenti – compresa l’orchestra in plugin – sono stati curati dall’autore. Drum campionata da Diego Romero. Le chitarre acustiche, il basso e il canto sono di Mimmo Parisi. Edizioni Stelledicarta. Il Cd sarà distribuito sulle piattaformi digitali. Cover di Testa.

Bono & Douglas

 

 

Bono Vox insieme ai suoi sodali di band fa assunzioni. Certo, in tempi di crisi è una bella notizia. tuttavia la notizia ha dei risvolti socio/lavorativi di marca diversa da quello che si potrebbe pensare. Comunque, i fan non abbiano paura. Non si tratta di un’integrazione musicale: gli U2 resteranno i soliti, Paul David Hewson ovvero e in arte Bono, David Howell Evans in arte The Edge, Adam Clayton e Larry Mullen Jr. Il sodalizio ha invece un fine di tipo umanitario. D’altra parte, è noto l’impegno sociale che da anni il leader degli U2 dedica a questo tema. Quindi, questo connubio può essere letto come un’evoluzione del cammino intrapreso, per l’appunto e soprattutto, da Bono Vox. Douglas Alexander Montage è stato uno dei 40 parlamentari laburisti che, nel maggio scorso, il partito nazionale scozzese ha sconfitto. In quell’occasione, Alexander ha perso la sede di Paisley e Renfrewshire South. La sconfitta è stata particolarmente dolorosa perché il parlamentare aveva operato nel ruolo di ministro degli esteri ombra e partecipato attivamente alla campagna elettorale del leader del partito laburista Ed Miliband. È realistico pensare che, se le elezioni generali avessero preso una piega diversa, Douglas Alexander avrebbe potuto accedere al titolo di ministro degli esteri del Regno Unito. Tuttavia, l’attuale situazione è molto diversa dalle aspettative che il parlamentare nutriva.
Ora e superato l’impasse della sconfitta politica, l’ex parlamentare laburista – pubblicato sul Financial Times – ha comunicato il suo impegno a lavorare con Bono. In un momento storico che vede la musica e la società bloccate dal terrorismo, sicuramente un sodalizio tra rock e consulenza di formazione politica, diretto a garantire gli investimenti per lo sviluppo atto ad affrontare la povertà globale, assume particolare valore. La presenza di Douglas Alexander all’interno di un entourage rock e segnatamente, quello degli U2, ha destato una certa perplessità. Tuttavia, Bono Vox e Douglas Alexander Montage, vantano una una frequentazione già consolidata. Ad esempio, si può notare come già agli albori del terzo millennio – nel 2000 – il legame U2/ Douglas Alexander Montage fosse già in atto: all’epoca l’ex politico era Segretario di Stato per lo sviluppo internazionale. Alcune dichiarazioni di Bono e Douglas Alexander hanno suggellato con parole chiare gli intenti del loro connubio. Bono si è espresso così: “Veniamo da diverse arene, ma condividiamo l’impegno a combattere la povertà attraverso lo sviluppo sostenibile“. Douglas Alexander, sulla stessa linea, ha dichiarato: “Affrontare la povertà in patria e all’estero è una passione sentita, i Paesi in via di sviluppo hanno necessità di aiuto, ma hanno anche bisogno d’investimenti per generare prosperità”.

Al Bataclan, il 13 novembre 2015

Teatro Bataclan

Uno dei ragazzi che si è salvato dalla carneficina insensata del 13 novembre, ha dichiarato all’Arena di Giletti, che il Bataclan ha una capacità di circa 1500 spettatori. Il 13 novembre il Teatro Bataclan era sold out.

A un certo punto, ha raccontato, quando la band aveva appena iniziato l’intro della canzone “Kiss the Devil”, si è scatenato l’inferno. “Kiss the Devil” è solo una canzone, ovvero  una sequenza di note e parole organizzata secondo un certo gusto, secondo una certa sensibilità. Può piacere o no, ma è solo un’espressione artistica. Purtroppo, a quanto pare e in culture diverse da quella occidentale, se si esclude la musica fatta coi tamburelli e con scopo di accompagnamento a funzioni religiose, quella restante e del tutto normale in contesti occidentali, è percepita come blasfema. Questa potrebbe essere una delle ragioni della follia al Teatro Bataclan.

I fatti sono purtroppo ultra conosciuti. Il 13 novembre il Bataclan era colmo di giovani in attesa del concerto. C’era chi faceva dei selfie, chi sorseggiava con gli amici una birra, chi guardava verso il palco attendendo i propri beniamini. Insomma, il paesaggio banale – in questo caso, sinonimo di tranquillità – di un weekend all’insegna della musica. Quando, finalmente, il concerto agognato è iniziato, la gioia e le canzoni hanno permeato lo spazio del Teatro.

Non era previsto alcun cambio di artisti sul palco, tuttavia un cambio velenoso è avvenuto. A un certo punto, dalle canzoni cantate in coro, si è passati alle urla di terrore. Il palco, un secondo prima animato dalle chitarre, è stato aggredito da una nuova band: la band del terrore. Via le chitarre, avanti i kalashnikov. Niente spartiti, crome o semicrome. Solo proiettili.
Certo, come ha ricordato il ragazzo ospite da Giletti all’Arena, il centro del Bataclan si era riempito di poveri corpi ‘colpevoli’ di aver voluto partecipare a un concerto e per questo abbattuti, ma, lo intuirebbe chiunque, chi si vuole distruggere – in questo frangente – è l’Occidente.
È stato, fra le altre cose, un attacco diretto al rock occidentale.

Vale la pena segnalare che il gruppo del 13 novembre non è un insieme di musicisti nichilisti appartenenti all’heavy metal. Anzi, gli Eagles of Death Metal, questo il loro nome, non sono nemmeno appartenenti al Death Metal. Il nome nasce proprio all’insegna della non aggressività: “Eagles of Death Metal”, infatti, è il nome scelto dall’attuale leader Jesse Hughes, cantautore/chitarrista e frontman. L’artista lo scelse in seguito a una discussione avuta con un sostenitore dei Poison. In quest’occasione e contro l’affermazione del fan che definiva Death Metal i Poison, Jesse aveva risposto con nonchalance che questi, al massimo, sarebbero potuti essere gli ‘Eagles of Death Metal’: come a dire che, i Poison, erano sentiti da lui rassicuranti almeno quanto gli storici Eagles di “Hotel California”.
Gli Eagles of Death Metal, oltre all’ovvio shock vissuto, hanno anche avuto una perdita umana. Infatti, fra le vittime, c’è Nick Alexander, 36 anni, addetto al merchandising della band.
Oltre a Jessie Hughes, il gruppo vede nelle proprie fila, Dave Catching (chitarra, vocals, basso), Matt McJunkins (basso, vocals), Julian Dorio (alla batteria) e Eden Galindo (guitar, vocals).
La band ha all’attivo collaborazioni illustri con musicisti importanti come Dave Grohl, Brian O´Connor, Joey Castillo, Jack Black e Taylor Hawkins.

Va da se che l’obiettivo di questo eccidio è uno solo: tenere lontano dai luoghi della Cultura – in questo caso, la musica rock – le persone. Perché il contatto significa trasmissione d’idee e coraggio. E, proprio all’insegna del coraggio e della speranza, i concerti non saranno disertati.

 

Pubblicato “I tipi duri non scendono dal treno”

Mimmo Parisi | In uscita il nuovo album 

Comunicato stampa

I Tipi duri non scendono dal treno è il nuovo album di Mimmo Parisi, disponibile dal 26 ottobre.

 

 

E’ disponibile dal 26 ottobre, sui principali store digitali web, il nuovo album di Mimmo Parisi, un lavoro che arriva a qualche mese di distanza dall’ultimo singolo.

Il Cd titola I tipi duri non scendono dal treno.

Nel disco Parisi racconta criticamente la realtà e la capacità degli individui di tener fede alla propria parola: I tipi duri non scendono dal treno sono, nella visione del rocker emiliano, coloro che, comunque e a qualunque costo, portano avanti un loro progetto; fosse anche l’apertura di una rivendita di panini di due metri per due. Parola d’ordine, essere responsabile del proprio ruolo nel mondo. Nel Cd si alternano intense ballate rock a brani più graffianti: canzoni con l’inconfondibile stile di Parisi, un rocker sincero nel panorama della musica italiana.

Il concept della cover e del booklet dell’album è di Gianni Testa, artista e compagno di Accademia di Belle Arti del cantautore Mimmo Parisi. Testa è esponente della “light art contemporanea”.

Tracklist: I tipi duri non scendono dal treno, Ci sarà pure un’isola, Angelo del rock, Nella notte, Ma fatti un viaggio su Marte, Bambino, Non ti guardare mai dietro, Controvento, Sembri Frozen, Solo 5 minuti, Eppure brilla la luce.

Label Edizioni Musicali e distribuzione: Videoradio (Ricky Portera, Alberto Radius, Andrea Braido, etc.).
Per ulteriori informazioni: https://www.youtube.com/watch?v=P1QdiKaqVDE

Voto: 7

Il nuovo Muro

Al di là del mare ci sono occhi che guardano all’Occidente. I migranti sognano la loro Terra Promessa. Arrivano con un sorriso di speranza e le tasche vuote. Hanno bisogno di vestiti, medicine, un panino fumante o una minestra fredda: è lo stesso, quello che importa è che sia caldo il benvenuto. E hanno bisogno di pupazzi di peluche: a qualsiasi latitudine i bambini non li riconosci dall’altezza ma dal peluche stretto come l’unica cosa che galleggia sul pianeta Terra. E loro, di galleggiamenti e mari da attraversare, ne sanno qualcosa. Questo esercito inarrestabile ha bisogno di soluzioni.

En passant, va preso atto che, nella Storia, vince e non si ferma, chi è numericamente maggiore e chi è più affamato: le forze politiche – a qualsiasi colore appartengano – , bisogna che tengano conto di questo, visto che alcune di loro non vogliono ascoltare quel senso di appartenenza al genere umano, che dovrebbe essere parte integrante anche della loro psiche.
Quando nel 1989 il Muro cadde fu una gran festa. Ora, con un popolo che scappa dalla guerra e dalla miseria, quel Muro è stato ricostruito. Non si vede. È nella testa di chi dice che quei bambini non sono i nostri bambini. Che la disperazione dei loro genitori non è la nostra.
Ma se le soluzioni sostanziali sono azioni di pertinenza, soprattutto, di statisti avveduti e Governi lungimiranti; in un contesto musicale, che aiuto, pur minimalista, si potrebbe dare al problema? Probabilmente nessuno.
Oppure sì, qualcosa gli artisti possono fare. Le canzoni sono fatte di parole che fanno discutere. Che mettono sotto il riflettore il tema.
Pertanto, ben vengano, ad esempio, musicisti come i Negrita che, in alcune loro pubblicazioni e già nel titolo, danno materia per accendere l’attenzione. Gli eventi e le date, nel loro caso si sta parlando del video “1989”, non sono solo da imparare per prendere un voto a scuola: essi sono ponti/collante che la Storia usa per collegarsi al presente.
Un altro artista che vale la pena indicare è il cantautore bolognese Mimmo Parisi e, segnatamente, un suo brano che si chiama programmaticamente, “A Berlino”. Questa canzone, pubblicata qualche tempo fa, in un contesto europeo che fa fatica a trovare soluzioni di apertura verso chi chiede asilo, è più che mai attuale. Il suo brano, tra le righe, sembra chiedere a cosa sia servito quell’annuncio clamoroso sulla caduta del Muro di Berlino, se adesso l’eurocentrismo europeo non sa fare altro che chiudersi a cerchio intorno ai suoi confini.
Ora e purtroppo, quel Muro pare ricresciuto. Come l’erba cattiva. Questa denuncia semantico/architettonica si chiude, inoltre, citando una band emergente che nella primavera scorsa, ha pubblicato un brano che si chiama proprio “Il Muro di Berlino”. Loro si chiamano VioladiMarte e sono calabresi. Il genere frequentato è un concentrato di indie rock e psichedelia, personal mood e armonie complesse. Il loro “Muro di Berlino” rappresenta, metaforicamente, le difficoltà odierne legate alla comunicazione interpersonale e, legato al tema dell’articolo si vuole qui aggiungere, soprattutto, difficoltà di ordine interrazziale.

I Pooh del saluto

 L’autobus dei Pooh si ferma. Di benzina ce n’è. Tuttavia, non basta aver carburante per andare avanti: la strada è stata percorsa in lungo e in largo. E’ ora di fermarsi a guardare il panorama. Quindi, reunion finale per cinque musicisti che, chi più e chi meno e per cinquant’anni, hanno reso grande il celebre marchio ‘Pooh’.
I Pooh, nel tempo, hanno sperimentato stili musicali diversi, hanno cambiano musicisti, hanno lanciano carriere soliste, fino a rimanere, negli ultimi anni, in tre. Ora, comunque si presenti il domani, la band più longeva e famosa d’Italia, ha deciso di chiudere la carriera. Al proposito, Fogli – ritornato con il gruppo per la speciale reunion – ha dichiarato: “È stato bello fondere le voci insieme, tra l’emozione e il divertimento, ho ritrovato il suono dei Pooh, che sono quella roba là… Se penso che il gruppo chiuda la carriera sto male”.

I Pooh del saluto, quindi, saranno in cinque. La cosa può sembrare una novità. Non lo è affatto: la nascita della band – era l’epoca del beat – prevedeva proprio cinque elementi. Poi, come per quasi tutti i gruppi arrivati alla celebrità, ci fu una scrematura, un’auto selezione. Si ricordano, qui, i nomi di quelli che in ambito Pooh sono accomunabili, per carriera abbandonata, al più famoso ‘non Beatles per un soffio’: Pete Best. Fra i nomi degli ex Pooh ci sono, Valerio Negrini (batteria, l’unico che rimane, comunque, nell’orbita Pooh), Mauro Bertoli (chitarra solista), Vittorio Costa (cantante), Giancarlo Cantelli (basso) e Bruno Barraco (chitarra ritmica e tastiere). Inoltre, bisogna anche ricordare i nomi di Bob Gillot (tastiere) e Mario Goretti alla chitarra ritmica. Gilberto Faggioli, invece, sostituì Cantelli.

È proprio con il primo nome menzionato sopra che si è aperto l’incontro tra i cinque musicisti e la Stampa. “Dobbiamo tutto a lui”, ha esordito Facchinetti. Il ‘lui’ della frase è, ovviamente, Valerio Negrini, fondatore e monumentale paroliere. Negrini, rinunciò alle pelli – come già segnalato, era il batterista della situazione – per dedicarsi all’attività di narratore dei Pooh: infatti, la maggior parte dei successi del gruppo, è legata alla sua straordinaria capacità di dare concetti in rime alle note del compositore di turno in casa Pooh. Valerio era ritenuto il quinto Pooh. Quando rinunciò ai tamburi, intervenne Stefano D’Orazio. Anche Red Canzian deve ringraziare qualcuno e l’ha dichiarato: “Non avrei mai pensato di ritrovarmi sul palco con il bassista che mi ha preceduto, sono quello che lo conoscevo meno e sta nascendo una bellissima amicizia. Fino all’altro giorno accendevo un cero davanti a Nicoletta Strambelli (Patty Pravo, ndr) che se lo era portato via”. La frase è indirizzata, va da sé, a Riccardo Fogli. Il percorso musicale/stilistico previsto per l’addio è quello storico: passando dal beat, al pop, al rock progressivo. All’interno delle pubblicazioni settembrine, e, come primo passo del programma d’addio che si concluderà nel 2016, c’è l’immissione nella rotazione radiofonica, a iniziare dal 29 settembre, di “Pensiero”. Questo brano, secondo gli stessi musicisti, è quello che più li rappresenta nel mondo. La canzone è caratterizzata da due fattori. Il primo è legato al fatto che, a riproporla, è proprio la stessa line up storica: Stefano, Riccardo, Dody e Roby. Il secondo punto, invece, presume per essa un nuovo arrangiamento. Quindi e in definitiva, la reunion prevede le presenze di Roby Facchinetti, Stefano D’Orazio, Dody Battaglia, Red Canzian e Riccardo Fogli. Il quintetto pubblicherà un great hits il 28 gennaio del 2016 e, a giugno, farà due concerti: il primo in data 10 a San Siro; il secondo, all’Olimpico il 15. Poi, l’addio alle scene.

‘Sangue del mio sangue’ al festival di Venezia 2015

Che s’intitola Sangue del mio sangue, e forse non è un caso (e non solo perché dentro c’è come al solito mezza famiglia, a partire dai figli Pier Giorgio ed Elena). In un tripudio di metafore e simbolismi (buoni sicuramente per un festival, un po’ meno per le sale). Mimmo Parisi, cantautore appassionato anche di film oltre che di musica, ha giustamente osservato che Bellocchio torna a declinare i temi a lui più cari – bellezza, follia, religione libertà -, tessendoli ancora una volta nei suoi luoghi natii, cinquant’annni dopo I pugni in tasca, tra le pietre scure affilate dal Trebbia e le strade addormentate di Bobbio, la sua città.

A Bobbio, in una prigione abbandonata nel convento di San Colombano, nel Seicento venne imprigionata Benedetta, una suora di clausura accusata di aver irretito un prete e per questo murata viva nella sua cella. Un destino simile a quello di Maddalena, la protagonista de La visione del Sabba (1988), rea di avere ucciso un cacciatore e per questo vittima della Santa Inquisizione. O, ancora, alla monaca di Monza dei Promessi Sposi, a cui Bellocchio dice di essersi ispirato. Il racconto parte con le atmosfere cupe de Il nome della rosa (inquinate da una colonna sonora sbagliatissima, i Metallica cantati dagli Scala & Kolacny Brothers), con tanto di sordidi personaggi “sacri” che commettono peccati in nome della religione.